A 55 secondi dal miracolo
L’incredibile Germania fa tremare anche i russi, che risolvono soltanto al 69’11’’. È un titolo atteso addirittura dal 1992.
Fosse andata come volevano i tedeschi, sarebbe impallidito anche il leggendario ‘Miracle on Ice’. Il miracolo sul ghiaccio dei Giochi di Lake Placid del 1980, quando un manipolo tra dilettanti e universitari riuscì a battere nientepopodimeno che la Grande Unione Sovietica. E c’è mancato davvero poco che l’hockey di miracolo non ne sfornasse un altro. Anzi, pochissimo, visto che si parla di quei 55 miseri secondi (55,5 per la precisione) che separano l’encomiabile Germania dall’impensabile oro olimpico. Prima che, con Kalinin fuori per sgambetto, ma con i russi a porta vuota, lo squadrone di Oleg Zaroks infarcito di stelle della Khl riuscisse a pareggiare in extremis (3-3). Dopo essere addirittura andato sotto al 56’44’’, sul tocco di Jonas Müller che beffa tra le gambe il povero Kosheckin. Così vicina a quell’incredibile exploit, alla fine la Germania si deve arrendere definitivamente durante l’overtime, al gol di Kaprizov al 69’11’’, in superiorità numerica. E quella penalità fischiata a Reimer al 69’11’’, per una bastonata al volto di Datsyuk, qualcuno la contesta, asserendo che almeno inizialmente è il russo a far da leva, tirando l’attrezzo del tedesco verso di sé. «Sono i giocatori stessi a essere responsabili di ciò che ‘fa’ il loro bastone» dice, giustamente, lo svizzero Danny Kurmann, capo degli arbitri in seno all’Iihf.
E la Svizzera deve rincorrere
Mentre la Germania recrimina, la Russia festeggia. Pur se ufficialmente si tratta di atleti indipendenti, l’ultima medaglia della Sbornaja ai Giochi risaliva infatti a quel bronzo ottenuto sedici anni prima. L’oro, invece, quello mancava addirittura dall’edizione del 1992 ad Albertville, quando il Muro s’era da poco dissolto. E la Svizzera, in tutto questo? Si deve consolare con il primato di Jonas Hiller, che viene eletto miglior portiere del torneo grazie al 95,60% di riuscita. Per il resto, invece, per gli uomini di Patrick Fischer la Corea è una disfatta su tutta la linea. Anche perché, grazie a un argento che ha davvero dell’incredibile, i tedeschi scavalcano i rossocrociati nella gerarchia dell’hockey mondiale: adesso la Germania è settima (3’610 punti) mentre la Svizzera è ottava con 3’405, tallonata da Norvegia (3’310) e Slovacchia (3’220).
L’incontenibile leggerezza dell’essere campioni