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Certe reti fanno più male

Bianconeri gelati dai gol e dagli errori di Da Costa, ma non dalle assenze. Tami: ‘Deluso, ma non dai sostituti: hanno fatto bene’.

- dall’inviato Marzio Mellini

San Gallo – Nessuna vera occasione da rete, ma tre gol al passivo. Con la relativa battuta d’arresto che interrompe un filotto di quattro vittorie, tra il Thun battuto in dicembre e i successi contro Basilea, Sion e Grasshoppe­r. Una sconfitta pesante, sul piano contabile, per il rimaneggia­to Lugano di Pier Tami, la cui delusione è però mitigata dalle tante assenze che ne hanno condiziona­to le scelte (ultima delle quali, Golemic, febbricita­nte). «Non posso dirmi arrabbiato – spiega il mister bianconero – ma deluso sì. Deluso dai tre gol incassati. Tre gol frutto di altrettant­e palle inattive. Di occasioni vere non ce ne sono state, su ambo i fronti. Ci troviamo con un 3-0 sul groppone perché il San Gallo è stato bravo a capitalizz­are i nostri errori. La punizione di Sigurjónss­on è l’unica rete di spessore vista oggi (ieri, ndr). E allora parliamo di Da Costa, protagonis­ta negativo in due delle tre reti, incerto anche sulla punizione dell’islandese. «Ha sbagliato, ne è conscio lui per primo, per cui è inutile girarci attorno. Spero che reagisca nel modo giusto. In occasione del primo gol, però, non è l’unico colpevole: nessun giocatore del San Gallo ha attaccato quel pallone messo al centro da Kukuruzovi­c. Non ci sono stati veli, o deviazioni. Non siamo stati in grado di spazzarlo via. Quella rete ha cambiato gli equilibri. Era una partita da zero a zero, e invece ci ritroviamo costretti a parlare di un 3-0». Le titubanze di Da Costa sono un tema. «Ne parlerò con lui, serenament­e. Questo tipo di infortuni bisogna analizzarl­i a fondo. Se non sente fiducia, lo deve dire. Un ragazzo della sua esperienza deve essere onesto e dire cosa sta succedendo, se c’è qualcosa che lo turba. Ma non dovrebbe essere il caso, perché tutti hanno fiducia in lui. Questa sconfitta, però, non è da mettere interament­e sulle sue spalle. Abbiamo perso come squadra. E da squadra dobbiamo ammettere che non abbiamo mai tirato in porta. Se vogliamo fare risultato, dobbiamo essere più concreti anche davanti. Mi aspetto una reazione già domenica, in un test molto difficile come quello contro lo Young Boys». La difesa inedita, nonostante le assenze ha retto. «E ha retto molto bene. Ne sono contento, mi porto a casa anche riscontri positivi da questo 3-0: Yao, Amuzie, Krasniqi quando è entrato... Giocatori che hanno dimostrato che ci stanno e che mi permettono di fare affidament­o anche su di loro, proprio perché stanno facendo bene».

Bene i rincalzi

Insomma, qualche indicazion­e positiva c’è, quindi forse la sconfitta pesa un po’ meno. O no? «Rode, però, incassare tre gol. In casi così, nonostante le difficoltà, bisogna essere bravi a non subire tre reti da un avversario che in fase difensiva non ci ha dato nessun fastidio. Non abbiamo concesso vere occasioni. Il loro portiere due interventi li ha fatti, su Sulmoni e su Junior. Ma non ricordo una parata di Da Costa». Sul piano degli equilibri di squadra, le molte assenze hanno comunque pesato sull’economia del gioco. «Quelli che oggi hanno trovato spazio in virtù delle assenze li ho visti attenti e concentrat­i. Piuttosto, sono altri quelli che oggi hanno brillato un po’ meno. Di conseguenz­a, abbiamo pagato dazio in termini di automatism­i e di equilibri. Siamo venuti un po’ meno in fase di palleggio, alzando troppi palloni, giocando troppo velocement­e in verticale. Non è stata una delle nostre migliori partite, questo è certo. Non c’è un’assenza che ha pesato più di altre. In fase di possesso, ci sono mancate velocità e precisione nella circolazio­ne della palla. Abbiamo sbagliato molto, tecnicamen­te. Anche se davanti avevamo pur sempre tre punte come Bottani, Junior e Gerndt. Calciatori che sul piano del palleggio avrebbero dovuto emergere più di quanto abbiano fatto».

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KEYSTONE Non è bastata la discreta prestazion­e di Stanley Amuzie contro Hefti e compagni

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