Certezza giuridica e sostegno dell’economia
Il Consiglio federale proponeva 30 anni, il Consiglio degli Stati 10 (come ora). Il Nazionale ieri ha optato per la via di mezzo: ha deciso che il termine di prescrizione assoluto per le persone che hanno subito un danno va fissato a 20 anni (cfr. a lato). Alla consigliera federale Simonetta Sommaruga non dispiace; e alla fine anche la Camera dei Cantoni dovrebbe allinearsi (cfr. sotto). È quanto pensa Giovanni Merlini (Plr), relatore – con Corrado Pardini (Ps/Be) – della maggioranza commissionale. Il voto è stato tirato (102 a 90). Ma il deputato locarnese crede che «il compromesso, accettato dagli ambienti economici e delle assicurazioni» possa andare in porto. «Non è escluso che ora gli Stati facciano un passo nella nostra direzione», dichiara Merlini alla ‘Regione’. Lo status quo non è sostenibile, afferma il consigliere nazionale. «Mantenere invariato a 10 anni il termine di prescrizione assoluto creerebbe incertezza giuridica. Sarebbe infatti un segnale che non rispettiamo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e la giurisprudenza del Tribunale federale». Non solo. «Si rischierebbe che le aziende vengano chiamate a pagare due volte: una prima al Fondo di indennizzo per le vittime dell’amianto [operativo dal luglio 2017, è stato istituito nell’ambito di una tavola rotonda diretta dall’ex consigliere federale Moritz Leuenberger, ndr], una seconda in sede di singole cause, davanti ai tribunali, che riterrebbero troppo corto un simile termine di prescrizione». «Era giusto fare qualcosa per le vittime dell’amianto», osserva Merlini. Il parlamentare ricorda però che la questione dell’allungamento dei termini di prescrizione non si pone solo per loro, ossia nel caso di danni tardivi (queste persone si ammalano spesso decenni dopo l’esposizione). Vale in effetti «in relazione a tutte le pretese di risarcimento danni o torto morale a seguito di danni corporali o morte cagionati da violazioni contrattuali, atti illeciti e indebito arricchimento. Noi – spiega Merlini – volevamo una normativa rivolta in particolare alle future vittime di sostanze nocive (radiazioni non ionizzanti, polveri fini ecc.»).