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Restauro per Casa Guidini

- Di Leonardo Terzi

La domanda di costruzion­e è agli albi comunali da una settimana, ma pochi ci hanno fatto caso. Eppure Casa Guidini è bene culturale protetto, oltre a costituire un pezzo di architettu­ra molto particolar­e. Questa scarsa notorietà è forse dovuta alla sua posizione un po’ nascosta dentro il nucleo di Barbengo. Negli anni Casa Guidini, con le sue forme del tutto originali, con tanto di torretta, è stata al centro di diversi reportage giornalist­ici, e figura appunto nell’inventario dei beni culturali (Ibc) con protezione a livello locale. Come molte vecchie case, a fare la sua storia sono le persone che vi hanno abitato. Tra tutte, l’uomo che ha dato il nome alla casa: Augusto Ghidini. Nato nel 1853, fu uno degli architetti che diedero lustro al Ticino. Nativo proprio di Barbengo si distinse per numerose opere grandi e piccole, specialmen­te fra la Lombardia e il Lago Maggiore. Mise mano fra l’altro alla Basilica di San’Ambrogio, a Milano, dove lavorò pure all’assetto urbanistic­o di Piazza Duomo e via Dante. A Roma progettò il monumento a Garibaldi, che si trova al Gianicolo. Numerose le ville destinate all’aristocraz­ia italiana che portano la sua firma. Non progettò invece... Casa Guidini, anche se vi apportò alcune modifiche. Le soffittatu­re e soprattutt­o la torretta, vennero realizzate successiva­mente. Costruita nel 1851 da Giovanni Battista Ramelli, fu comprata dal Guidini nel 1890 e da allora è rimasta la casa di una famiglia che divise le proprie vicende fra Barbengo e Milano. Numerose le stanze, che col tempo vennero riempite di quadri, libri e altri oggetti comprati in giro per il mondo. Pare che gli interni siano ancora abbastanza ben tenuti, ma evidenteme­nte serve un restauro. Lo stesso è promosso dal massagnese Alessandro Lo Monaco, che risulta nuovo proprietar­io del fondo.

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IBC Uno scorcio della casa, nel nucleo di Barbengo

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