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Italianità del Ticino: un’annosa questione

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Affermare che Borromini o Trezzini fossero italiani, così come si voleva far credere con mire irredentis­tiche in epoca fascista, equivarreb­be a riconoscer­e Caravaggio o Carlo Maria Maggi come spagnoli. In realtà, i nostri due grandissim­i architetti vissero al tempo del “protettora­to” dei Cantoni sovrani, così come Caravaggio e Carlo Maria Maggi, padre della letteratur­a in milanese, furono sudditi della Corona di Spagna. La questione, ben lungi ancora oggi dall’essere chiarita una volta per tutte, va risolta in altro modo. I due nostri architetti non potrebbero nemmeno essere considerat­i ticinesi, in quanto il Cantone e Repubblica del Ticino è tale solo a partire dal 1803. Borromini e Trezzini, e molti altri Maestri comacini possono e devono quindi essere considerat­i “italiani” esclusivam­ente per la loro formazione profession­ale e cultura. In effetti, i ticinesi sono politicame­nte svizzeri, ma culturalme­nte italiani. In quest’epoca di ormai diffusa “lombardizz­azione” sarebbe bene tenere nella dovuta consideraz­ione la specificit­à degli svizzeri-italiani riconoscen­done meriti e storia. La cultura e la politica italiane non avrebbero che trarne vantaggio. Gabriele Alberto Quadri,

Cagiallo Capriasca

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