laRegione

Quale integrazio­ne

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Nel terzo trimestre del 2017, l’immigrazio­ne in Svizzera (dati Sem) è calata del trentatré per cento (33%) rispetto allo stesso periodo del 2016; le domande d’asilo totali in Svizzera sono state 1’409. Il picco più basso registrato dal 2010 ad oggi (dati Sem). Sicurament­e uno dei motivi principali di questo calo è stato il sistematic­o e illegale respingime­nto dei migranti (spesso anche minorenni) ai nostri confini; secondaria­mente la Svizzera sta cercando di apparire come un paese sempre meno ospitale, con una politica sempre più orientata a destra. Il nostro Cantone in questo senso non va certo in controtend­enza e alcune scelte potrebbero far discutere. Esperti del settore riferiscon­o che per il 2018 è prevista una diminuzion­e dei corsi di italiano per richiedent­i l’asilo nonostante l’incentivo previsto dalla Confederaz­ione per queste attività sia raddoppiat­o, non si capisce il perché di questa discrepanz­a. Soprattutt­o non si capisce dove finiscano questi soldi in eccesso! Soldi che transitano dal tanto chiacchier­ato Dss (Dipartimen­to Socialità e Sanità) al centro degli ormai noti scandali legati alla questione Argo1. Lascia perplessi la decisione delle autorità cantonali di prolungare il periodo nei centri di registrazi­one della Croce Rossa a tempo indetermin­ato dopo l’otteniment­o dello statuto di rifugiato, misura questa che non aiuta certo a calarsi nella nuova realtà. Una vera integrazio­ne passa da un nuovo approccio alla migrazione, rafforzand­o i rapporti con le associazio­ni sul territorio che da anni si occupano di queste situazioni. Eliminare le barriere linguistic­he è solo il primo passo per invertire la rotta sin qui intrapresa, aprendosi il più possibile verso quelli che saranno gli svizzeri di domani. Marco D’Erchie, PS Mendrisiot­to

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