Il dottor Luca Gabutti: ‘Siamo rimasti sorpresi anche noi’
Luca Gabutti, medico primario e capodipartimento medicina interna all’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) nonché direttore scientifico del progetto ‘Choosing Wisely’ (Scegliere saggiamente), ha seguito e segue passo dopo passo l’evoluzione dell’indagine svolta all’Eoc.
Dottor Gabutti ve l’aspettavate?
No, quando abbiamo iniziato questa indagine quattro anni fa nessuno immaginava il risultato poi constatato. È stata una vera sorpresa. Poi i nostri dati hanno trovato riscontro in un’inchiesta svolta anche da Helsana [l’assicurazione malattia, ndr]. Anche in quel caso è emerso che in Ticino si consuma il doppio di sonniferi e ansiolitici rispetto a Zurigo e Berna.
Vi sarete certo chiesti perché, immaginiamo...
Certamente. Siamo di fronte infatti a un indicatore molto preoccupante che, a nostro avviso, racconta qualcosa di profondo. C’è più sofferenza? O si tratta solo di un approccio ai medicamenti diverso rispetto al resto della Confederazione? Certo è che un paziente su quattro ricoverato negli ospedali dell’Eoc già consuma farmaci a base di benzodiazepine. Sappiamo che esiste, è stato scientificamente dimostrato, una tendenza all’imitazione. Se già si consumano farmaci in famiglia, si sarà portati a proseguire questa abitudine.
Avete notato una differenza di genere, nel consumo, e magari anagrafica?
Diciamo che l’uso di sonniferi e ansiolitici è assai praticato dalle donne in un’età fra i 50 e i 65 anni. Questo, almeno, è il profilo più evidente fra i pazienti ticinesi ricoverati in ospedale. Poi, va detto, non si può generalizzare perché l’abitudine al consumo di farmaci è molto legata alla rete sociale in cui si vive; i parenti, ma anche i colleghi di lavoro e gli amici. Si assiste a una vera e propria tendenza al contagio.
Un quadro preoccupante che necessita di immediati interventi...
Già dall’inizio, dal 2014, abbiamo sviluppato un progetto con interventi educativi personalizzati tesi a ridurre nuove prescrizioni farmacologiche e togliere quelle superflue. Fra i nostri pazienti ricoverati negli ospedali dell’Eoc abbiamo subito riscontrato una riduzione del consumo. Da qui è nata l’idea di emanare delle ‘Linee guida per le prescrizioni’ ma anche per ridurre o abolire quelle inutili, da inviare a tutti i medici curanti del Canton Ticino. Si tratta di motivare i pazienti per un percorso terapeutico alternativo. I prossimi passi? Allargare l’indagine e la prevenzione.