Botti serali, l’autore accusato anche di furto
Il 19enne è doppiamente indagato. Comprava i petardi in Italia e li legava insieme
Si è assunto la responsabilità di tutti gli episodi, anche del petardo fatto scoppiare davanti a un negozio. Ma contesta il danneggiamento delle vetrine.
L’autore dei boati che a più riprese hanno ‘animato’ durante l’inverno le serate dei bellinzonesi comprava i petardi in Italia (nelle zone di confine appena al di là della frontiera, essendo in Svizzera vietati) e al momento di azionarli ne assemblava diversi per raggiungere l’obiettivo: generare la deflagrazione più forte possibile. E godersi il momento, ovvero l’eco mediatica generata, episodio dopo episodio, dal suo comportamento massicciamente commentato sui social media per diverse settimane. È quanto emerge dall’inchiesta sul 19enne della regione fermato il 6 marzo grazie alle testimonianze raccolte dagli agenti e al materiale residuo di uno scoppio trovato dalla Polcom vicino all’ex Stallone. Inchiesta assunta dalla Polizia cantonale e nel frattempo passata dal procuratore pubblico Moreno Capella alla collega Pamela Pedretti che su di lui aveva già aperto tempo fa un incarto per furto. Dalle indagini sui botti emerge che il 19enne, cittadino svizzero, si è assunto tutte le responsabilità degli episodi che vedono a tratti coinvolti suoi amici da lui stesso indicati, come nel caso del petardo fatto scoppiare nottetempo il 3 febbraio
davanti alla vetrina di un negozio del centro storico. Il cui impianto di videosorveglianza ha ripreso la scena, finita poi in mano alla polizia grazie all’iniziativa dei proprietari. Per il resto, interrogato ha spiegato di aver posizionato gli ‘ordigni’ nella maggior parte dei casi in zone discoste, soprattutto in golena, talvolta
infilandoli nei bidoni della spazzatura, evitando luoghi abitati. Talvolta si portava appresso degli amici cui interessava assistere all’impresa. Nel frattempo, considerata la sua situazione personale e familiare, la Procura lo ha segnalato ai servizi sociali, dov’era peraltro già noto. Le ipotesi di reato, oltre a quella di furto, rimangono quelle di disturbo della quiete pubblica, danneggiamento (che il 19enne contesta ritenendo di non aver arrecato conseguenze negative al negozio e alle sue vetrine), infrazione alla Legge federale sulle armi, sugli accessori di armi e sulle munizioni. Dal fermo in poi, non si sono ripetuti altri episodi.