A salve le prime cannonate contro Macron
Parigi – Non ha raggiunto le dimensioni attese la prima “grande” mobilitazione contro Emmanuel Macron. Il sindacato dei ferrovieri, alla prima delle giornate di sciopero contro la riforma del settore, ha portato in piazza 300mila persone, compresi però gli statali, a loro volta mobilitati contro le modifiche contrattuali. A Parigi i manifestanti erano poco meno di 50mila, compresi i “casseur” che hanno inscenato la solita guerriglia con la polizia a due passi dalla Bastiglia. Per la prima volta, i media hanno incaricato del conteggio una società privata, garantendo finalmente una maggiore credibilità. Erano 13’100 gli “cheminot”, numerosi e rumorosi ma al di sotto dei 25mila che si attendeva il sindacato (uno su cinque). Meno entusiasmo fra gli statali – ospedalieri, insegnanti, impiegati, ma anche studenti – 34’700 in tutto, praticamente la stessa cifra dello scorso ottobre, quando la situazione era decisamente meno tesa di adesso. Le principali preoccupazioni per il governo restano soprattutto quelle legate ai ferrovieri e alla riforma che si dicono determinati a non accettare. Hanno già annunciato uno sciopero a macchia di leopardo, due giorni su cinque per tre mesi, da aprile a giugno. Un disagio che rischia di esasperare i francesi e che riporta alla mente le tre settimane del novembre 1995, quando il blocco totale dei treni mise in ginocchio la Francia e costrinse l’allora primo ministro Alain Juppé a dimettersi. I conteggi del ministero dell’Interno parlano di 300mila manifestanti in tutta la Francia, una cifra che non assomiglia a una mobilitazione massiccia e che non preoccupa troppo il governo, determinato e “sereno”, come ha raccomandato alla vigilia Macron ai ministri, incoraggiandoli a continuare a negoziare. Gli “cheminot” protestano contro il progetto del governo di riformare con decreti legge il loro contratto, abolendo lo statuto che li differenzia da sempre dagli altri statali, garantendo loro un trattamento più favorevole, specie sulle pensioni. Particolarmente inviso, il piano di privatizzazione della Sncf.