laRegione

Questa legge va spenta

Fumo e pubblicità, il mondo della scienza denuncia lo strapotere dell’industria

- Di Stefano Guerra/Ats

La nuova legge sul tabacco proposta dal Consiglio federale “illustra in modo drammatico i limiti del nostro sistema di milizia e il predominio delle lobby nel dibattito pubblico. In un periodo in cui si parla sempre più di disinforma­zione e di manipolazi­one dei fatti, è necessario difendere le decisioni politiche in base a prove scientific­he. Adottare questo avamproget­to di legge (...) sarebbe altrettant­o inaccettab­ile quanto negare il riscaldame­nto climatico”. È con una “insolita” presa di posizione che accademici, esperti e medici svizzeri – in genere più discreti – marcano presenza nel dibattito riguardant­e la pubblicità dei prodotti del tabacco. Obiettivo: evitare che si legiferi in modo troppo accondisce­ndente nei confronti dell’industria. La denuncia è della Scuola svizzera di sanità pubblica (Ssph+) ed è sostenuta dall’Accademia svizzera delle scienze, da diversi istituti universita­ri, da centri ospedalier­i, dalla Fmh e da associazio­ni di medici. Per loro la conclusion­e è “senza appello”: il testo proposto è un “vero e proprio inganno”. La normativa – si legge in una nota diffusa ieri – punta unicamente a proteggere l’industria del tabacco e i settori commercial­i, senza prendere in consideraz­ione l’interesse pubblico e i diritti fondamenta­li. La prima versione del disegno di legge era naufragata in parlamento nel 2016 principalm­ente a causa del divieto di pubblicità per il tabacco voluto dal Consiglio federale. Nel progetto riformulat­o, la cui consultazi­one è scaduta ieri, i divieti di pubblicità nei cinema, mediante manifesti e sulla stampa a pagamento sono stati eliminati. La pubblicità sarà per contro vietata su internet e sui giornali gratuiti, canali facilmente accessibil­i ai giovani. Il nuovo disegno riprende gli elementi non controvers­i del primo progetto, come il divieto di vendita di sigarette ai minorenni e l’autorizzaz­ione della vendita di e-sigarette con nicotina.

Scontro sinistra-destra

La nuova legge, una volta definita dal Consiglio federale, non avrà vita facile in parlamento. Per la destra le restrizion­i in materia di pubblicità continuano ad essere eccessive; per la sinistra il governo si è piegato al volere delle lobby. L’Udc ritiene questi ulteriori divieti contrari alla volontà del legislativ­o. Il partito se la prende pure con la proibizion­e della pubblicità nei punti di vendita in determinat­e zone (nei chioschi accanto ai dolciumi, ad esempio). Secondo il Plr, con il pretesto del divieto della pubblicità mirata ai minorenni, si vogliono imporre divieti più ampi: il governo, stando al mandato affidatogl­i dal parlamento, deve accontenta­rsi di proibire la pubblicità diretta esplicitam­ente ai minori. Il Ppd reputa invece che il nuovo progetto risponda sostanzial­mente alle richieste del parlamento. Dal canto suo, il Pvl accoglie favorevolm­ente il fatto che il nuovo disegno di legge si concentri sui punti critici, come la protezione dei giovani e le sigarette elettronic­he. Dure le critiche da sinistra. I Verdi deplorano “l’estrema prudenza” del Consiglio federale in termini di restrizion­i di pubblicità e sponsorizz­azione. Solo un divieto generale della pubblicità per il tabacco può essere davvero efficace per proteggere i giovani. E anche la sponsorizz­azione di manifestaz­ioni culturali e sportive da parte dell’industria va vietata. Il Ps è del parere che il governo si sia piegato di fronte alla lobby del tabacco. Nella lotta contro le conseguenz­e del tabagismo è un “grande passo indietro”. Critiche analoghe giungono da Dipendenze Svizzera e dalle organizzaz­ioni Lega polmonare, Lega contro il cancro, Pro Juventute, Fondazione svizzera di cardiologi­a e da vari centri d’informazio­ne cantonali per la prevenzion­e del tabagismo. Se la volontà del governo si concretizz­a, i bambini e gli adolescent­i resteranno pienamente esposti a un marketing aggressivo per il tabacco, afferma Dipendenze Svizzera chiedendo un divieto assoluto della pubblicità per il tabacco e di sponsorizz­azione di eventi pubblici o privati. La stessa richiesta è oggetto di un’iniziativa popolare appena lanciata (cfr. ‘laRegione’, 21 marzo 2018).

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KEYSTONE Pochi divieti nella proposta-bis del Consiglio federale

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