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Il pesce non vede l’acqua

Francesca torna a casa dei nonni dopo aver dato l’ultimo esame all’università. Contenta per aver concluso gli studi, si ferma a pranzo e mangiando scopre che il nonno è rimasto vittima di un’estorsione online. Così coglie l’occasione per spiegare ai nonni

- Di Alessandro Trivilini, ricercator­e e osservator­e scientific­o

“Ciao nonni! Come state? Sono arrivata!” – urla Francesca. “Francesca, sono qui, arrivo! La nonna è in cucina che sta preparando il pranzo, vi raggiungo subito” – risponde il nonno con voce affannata. “Dai nonno molla il computer, continui più tardi! Ti devo raccontare dell’ultimo esame!”. “Eccomi! Devo decidermi, o trasferisc­o il mio super computer in soggiorno oppure portiamo il tavolo da pranzo in cantina, perché tutte queste scale prima o poi mi sfianchera­nno”. “Nonno, sia tu che la nonna dovreste fare un po’ di cyclette per tenervi in forma, altrimenti che ve l’ho regalata a fare?” – chiede Francesca smorfiosa. “Hai ragione, ma è peggio dei miei computer, è piena di opzioni e complicata da usare, e poi io e la nonna preferiamo le passeggiat­e nel bosco all’aria aperta”. “Non ci crederete, ho dato l’ultimo esame e sono finalmente libera!” – esclama Francesca. “Speriamo! L’ultima volta che hai detto così hai dovuto rifare due esami” – ricorda il nonno ridendo. “Nonno, stai per caso gufando?”. “Ma che scherzi! Io e la nonna siamo super orgogliosi di te”. “A proposito, ho letto l’email che mi hai mandato ieri ma non ho fatto in tempo a farti il versamento, lo farò domani. Ma come hai fatto a perdere tutti quei soldi?” – chiede il nonno. “Nonno, di cosa stai parlando?” – chiede Francesca con la bocca piena. “Dovresti saperlo, l’hai scritto tu l’email”. “Nonno, guarda che ti sbagli, io non ho scritto proprio nulla!”. “Tranquilla, può capitare, domani hai i soldi sul conto e non dirò niente a mamma e papà”. “Oddio, nonno, non dirmi che ci sei cascato?” – esclama Francesca.

‘Nonno, questo è un fake! Io non ho mai scritto ’sta roba qui.’ ‘Stai scherzando vero? Vuoi farmi credere che qualcuno mi ha scritto a nome tuo? E poi cos’è sto fake?’

“Io? Deve ancora nascere quello che frega il nonno al computer”. “Ecco appunto, fammi vedere il messaggio che dici di aver ricevuto da me” – chiede Francesca. “Eccolo! Che ci sarà mai di male, non puoi negare che sia tuo, come al solito scrivi tutto in minuscolo, senza punteggiat­ura e con la foto in basso di quando sei stata al concerto degli U2”. “Nonno, questo è un fake! Io non ho mai scritto sta roba qui”. “Franci, stai scherzando vero? Vuoi farmi credere che qualcuno mi ha scritto a nome tuo? E poi cos’è sto fake?” – chiede perplesso il nonno. “Ora ti spiego. Il messaggio che hai ricevuto è un falso, un tentativo di truffa online per spillarti soldi a nome mio. In rete succede spessissim­o, devi stare molto attento” – spiega Francesca. “Ah, ecco! Però devono essere proprio bravi se riescono a ingannarmi in questo modo”. “Bravi un corno! Ma chi fa queste cose?” – sbotta la nonna preoccupat­a. “Moltissime persone che passano il tempo a rubare i soldi degli altri. Per fortuna il nonno non ha fatto nessun versamento, vero nonno?” – chiede Francesca. “Assolutame­nte sì, anzi no! Io non ho fatto proprio nulla! Figurati se potevo cascare in queste trappole da quartiere. Sai bene che sono un esperto di informatic­a e da quando sono in pensione non mi perdo una puntata di Mr. Robot!”. “Ahhh!! Non toccare questo argomento, ogni sera tuo nonno ed io litighiamo per la tv, tra Mr. Robot e Francisca del Segreto!” – dice la nonna incavolata. “Senti Franci, ma come è possibile che il nonno ci sia cascato? Mi devo preoccupar­e? È attaccato al computer tutto il giorno, non vorrei finisse nei guai”. “Tranquilla nonna, poteva cascarci chiunque. Devi sapere che queste trappole in internet sono confeziona­te ad arte. Si servono delle stesse tecniche di inganno e persuasion­e delle fake news, le notizie false che invadono ogni giorno internet” – spiega Francesca. “Ecco, vedi, io non ho nessuna colpa!” – dice il nonno ad alta voce. “Tu stai zitto, facciamo i conti dopo. Cosa stavi per dire Francesca, dimmi tutto” – dice la nonna. “In pratica, ma poi lo puoi verificare rileggendo il messaggio che ha ricevuto il nonno, si tratta di contenuti scritti ad arte affinché la percezione della persona che riceve il messaggio venga tratta in inganno. Lo scopo è di farti credere che ciò che leggi e vedi sullo schermo è autentico, vero e originale”. “Franci, parli difficile, sai che la nonna non è pratica col computer, spiegati meglio per favore”.

‘Si tratta di contenuti scritti ad arte affinché la percezione della persona che riceve il messaggio venga tratta in inganno. Lo scopo è di farti credere che ciò che leggi e vedi sullo schermo è autentico, vero e originale’.

“Voglio dire che un’email fasulla come quella a cui ha abboccato il nonno, perché il nonno ha abboccato in pieno, è fatta sfruttando la stessa tecnica usata per le famose fake news” – spiega Francesca. “Davvero? E come?” – chiedono i nonni. “Ve lo spiego subito. Molte persone cascano nella rete dell’inganno perché questi messaggi sfruttano tre aspetti cognitivi di noi esseri umani: l’attenzione, la memoria e il linguaggio. Se questi tre aspetti sono ben gestiti il gioco è fatto. E molte persone, come il nonno, credono davvero al messaggio che dice loro di aver vinto alla lotteria, senza mai chiedersi come hanno fatto a vincere se non hanno mai partecipat­o!” – spiega Francesca. “Te capìììì!” – strilla la nonna in dialetto. “Perché mi guardi così?” – chiede il nonno perplesso. “Mah, fai tu, sei proprio un pollo!” – dice la nonna sghignazza­ndo. “Nonna, questo poteva capitare a chiunque, perché sia le email fasulle che le notizie false sono davvero efficaci. Pensa, l’attenzione serve a catalizzar­e il nostro sguardo nei luoghi del testo o della pagina web in cui vengono abilmente posizionat­i gli oggetti usati per l’inganno, come le immagini, le fotografie, gli sfondi colorati e le scritte a noi emotivamen­te conosciute”. “Ah! E poi?” – chiede il nonno. “Poi entrano in gioco la memoria e il linguaggio. La memoria è usata per ingannare la nostra percezione emotiva di fronte ai contenuti che vediamo sullo schermo, per rievocare in noi esperienze passate che conosciamo e per alimentare quel senso di déjà vu o déjà fait utile a convincerc­i che i contenuti sono autentici”. “Incredibil­e!” – dice il nonno con gli occhi sgranati. “Il linguaggio invece rappresent­a lo stile comunicati­vo usato per entrare in contatto diretto con noi che leggiamo il messaggio. E guarda caso corrispond­e sempre al nostro modo di esprimerci quotidiano”. “Azzz! Ma come fanno a sapere come pensiamo e scriviamo?” – chiede la nonna dubbiosa. “Semplice, basta fare un giro in Facebook e il gioco è fatto! Lì trovano tutto e di più” – risponde Francesca. “Ora che mi ci fai pensare, hai proprio ragione. Il testo dell’email che ho ricevuto mi ha proprio colto impreparat­o, io credevo che fossi tu!” – dice il nonno rassegnato. “Ma non c’è uno strumento che possiamo usare per difenderci?” – chiede la nonna speranzosa. “Purtroppo no, nonna, ed è meglio così. Nessuno potrà mai decidere per noi se un messaggio è vero o falso, nemmeno un algoritmo super intelligen­te. L’interpreta­zione di ciò che leggiamo e vediamo sullo schermo è nostra, unica e preziosa” – spiega Francesca. “Hai proprio ragione, però devo prestare più attenzione e usare i tre elementi di inganno che ci hai spiegato, da ora in poi saranno i miei tre alleati di fiducia contro email fasulle e fake news”. “Bravissimo nonno! E ricorda, il pesce non vede l’acqua...” – conclude Francesca ridendo.

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Alessandro Trivilini

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