In aula per tentato omicidio
Tentò di ucciderlo – come sostiene la pubblica accusa – oppure agì per autodifesa – come ha dichiarato l’imputato? È quanto dovrà stabilire il prossimo 10 aprile la Corte delle assise criminali, composta dai giudici Mauro Ermani (presidente), Fabrizio Filippo Monaci e Luca Zorzi, nel processo a carico del 47enne luganese che la sera dello scorso 20 giugno accoltellò in via Crocetta a Viganello un 30enne residente nello stesso quartiere. La vicenda dovrà essere ricostruita minuziosamente dalla Corte. Dalle versioni risulta che l’autore abbia colpito il giovane con l’arma bianca, che si preoccupò poi di far sparire, poiché reo di averlo seriamente importunato: – gli avrebbe chiesto con insistenza una sigaretta. Il 47enne avrebbe agito perché si sarebbe sentito minacciato e avrebbe quindi estratto e usato l’arma per difesa personale. La vittima è stata colpita all’addome e secondo i referti medici l’uomo era gravissimo, in pericolo di morte, poi fortunatamente le sue condizioni sono migliorate e oggi si è ristabilito completamente. La vicenda è accaduta all’esterno dell’abitazione dell’imputato. Il trentenne sarebbe stato completamente ubriaco; mentre il 47enne, tossicodipendente di lunga data, avrebbe assunto eroina, ancorché in minime dosi. Al processo dovrà rispondere anche di contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti. Titolare dell’inchiesta il procuratore pubblico Antonio Perugini che prospetta all’imputato in via principale il reato di tentato omicidio intenzionale, subordinatamente di lesioni gravi o di lesioni semplici qualificate. L’imputato, difeso dall’avvocato Fabio Creazzo, respinge le accuse, sostenendo di essersi difeso.