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Una Casa del Profumo in Val Vigezzo

- Di Marzia Apice (Ansa)

Una base di bergamotto, e poi limone, fiori d’arancio, rosmarino, lavanda e qualche piccolo segreto legato alla Luna: così, con una trentina di essenze, nasce la storia di un grande mito profumato, all’inizio noto come Aqua Mirabilis per le sue proprietà lenitive e medicament­ose, scelto nel corso degli anni come profumazio­ne prediletta da personaggi illustri come Goethe, Voltaire, la regina Vittoria e Napoleone Bonaparte. Poi, questo storico profumo si è diffuso come Acqua di Colonia, celebre e amata in tutto il mondo, che, a dispetto del nome, nasconde però una storia tutta italiana, fatta di intuizione, intraprend­enza e soprattutt­o “naso”. Per scoprirla basterà visitare a partire da oggi la Casa del Profumo Feminis-Farina, un piccolo museo di montagna situato nella Val Vigezzo, a Santa Maria Maggiore (poco oltre il confine di Camedo), dove saranno svelati al pubblico tutti i segreti della bottega di un alchimista, tra essenze, aromi e flaconi, e in cui sarà reso omaggio ai due italiani inventori e artefici della fortuna di questo antico profumo. La storia dell’Acqua di Colonia nasce infatti alla fine del 1600 grazie a Giovanni Paolo Feminis, ideatore della formula originale, e a Giovanni Maria Farina, che ne curò la commercial­izzazione, entrambi originari della Val Vigezzo: il profumo è conosciuto come Acqua di Colonia solo perché è in quella città che si stabilì l’inventore, e lì ha sede l’azienda fondata nel 1709 alla quale ancora oggi è affidata la produzione. L’Acqua di Colonia ora torna a casa, a due passi da qui, in un luogo che si offre come un viaggio olfattivo e multisenso­riale che dal 1600 trasporta fino ai giorni nostri. «Non è magia, si prende lo spirito di vino, ma poi servono i fiori, le piante aromatiche, quelle che crescono sulle nostre colline in Italia. E bisogna sapere quali fiori e in quali proporzion­i. Poi metterli a macerare in un tino coperto per tutto il percorso della luna, toglierli e rimetterli e aggiungere il bergamotto e il rosmarino, ma soltanto quando la luna diventa calante. Ecco, questo è il segreto», scriveva Feminis. E il pubblico potrà davvero toccarlo con mano questo profumatis­simo segreto: all’inizio del percorso, in un’installazi­one multimedia­le con video-animazione 3D, saranno gli stessi Feminis e Farina a dare la prima accoglienz­a; poi, una sezione si focalizza sul tema della migrazione, con il racconto di storie di viaggi che s’intreccian­o con il destino dell’Acqua di Colonia; infine, dopo aver scoperto la ricetta del profumo, toccato e odorato le erbe e le piante utilizzate nella sua formula, tutte coltivate nel piccolo giardino e nella serra del museo, i visitatori potranno addirittur­a usare l’organo del profumiere, la grande “tavolozza” con centinaia di campioni di essenze che è lo strumento fondamenta­le per i “nasi”, creando così come veri profumieri il proprio profumo personale.

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