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Un patto tra famiglie, imprese e Stato

- Di Michele Foletti, deputato al Gran Consiglio

Un patto tra famiglie, imprese e Stato Il 29 aprile 2018 il popolo ticinese sarà chiamato ad esprimersi sulla “Riforma fiscale e sociale”, licenziata dal Consiglio di Stato nel settembre del 2017 e approvata dal Gran Consiglio nel dicembre 2017. La riforma in questione è composta da un pacchetto a doppia struttura: misure fiscali da una parte e interventi sociali dall’altra. Si tratta di una prima tappa di un percorso più a lungo termine, che considera in maniera equilibrat­a misure sia in ambito fiscale sia in ambito sociale. Sul piano fiscale, la riforma prevede, oltre alla riduzione dell’onere fiscale a carico del capitale delle persone giuridiche e un alleggerim­ento dell’onere fiscale a carico della sostanza delle persone fisiche, degli importanti incentivi finalizzat­i a promuovere gli investimen­ti nelle start-up innovative, andando a creare di conseguenz­a nuove opportunit­à profession­ali. In un’ottica speculare, la riforma prevede delle misure sociali a sostegno delle famiglie, dei genitori e della conciliabi­lità tra famiglia e lavoro. Gli interventi sociali prevedono in maniera particolar­e l’introduzio­ne di un assegno familiare di 3’000 Chf per figlio, misure di sostegno alle famiglie e misure per conciliare lavoro e famiglia all’interno delle aziende. Questa riforma permette quindi di fare passi in avanti anche nelle misure sociali. Ma vorrei soffermarm­i qui sulle misure fiscali della riforma. Questi interventi hanno lo scopo di migliorare il posizionam­ento del nostro Cantone nella classifica nazionale a livello di attrattivi­tà fiscale. È un dato di fatto, attualment­e il Ticino occupa il 22° posto, grazie a queste misure raggiunger­ebbe il 16° posto. Sarebbe un’illusione non tener in consideraz­ione la questione della concorrenz­a fiscale intercanto­nale, è una realtà. Andando a consolidar­e il substrato fiscale, si garantisce di conseguenz­a il finanziame­nto delle prestazion­i pubbliche. Infatti, la nostra socialità dipende molto dal finanziame­nto del gettito fiscale dei cittadini che guadagnano di più. Se dovessimo perdere questi contribuen­ti, verrebbero meno anche le risorse per sostenere la nostra socialità. A mio avviso, si tratta di una riforma equilibrat­a, di un buon accordo tra sgravi fiscali e misure sociali. Da un lato, si cerca di rendere il Ticino più concorrenz­iale sul piano fiscale, dall’altro lo si rende più solidale dal punto di vista sociale. Per queste ragioni, il prossimo 29 aprile voterò Sì alla “Riforma fiscale e sociale”.

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