‘È meglio che il cane da guardia della democrazia abbai comunque’
Ha riproposto, citando la relativa sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, un’immagine efficace: quella del cane da guardia. La Cedu, ha ricordato il giudice Quadri, «ha paragonato il ruolo dei mass media a quello di un cane da guardia, il cane da guardia della democrazia». E questo, ha sottolineato Quadri, «è il ruolo che la stampa svolge». E «deve svolgerlo, deve poterlo svolgere in una società democratica». La Corte, ha aggiunto, «dice che il buon cane da guardia gira libero intorno alla casa, che abbaia anche più forte del necessario e che qualche volta può mordere». In altre parole, ha continuato il magistrato, «leggendo i giornali i cittadini devono essere a conoscenza di quanto accade nella società ed essere informati su eventuali pericoli». Limitare la libertà di espressione «costituisce un’ingerenza» e «in casi di interesse pubblico la stampa deve informare e deve farlo proprio perché si tratta del suo primario obiettivo». È allora «meglio accettare che un cane abbai anche per niente, piuttosto che non abbai affatto quando c’è un pericolo». La libertà di stampa, ha ancora evidenziato il giudice della Pretura penale, «è uno dei corollari del nostro Stato costituzionale», un corollario «previsto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e, per fortuna, da gran parte degli Stati». Proprio per questo, ha rilevato Quadri, «in uno Stato liberale e democratico la libertà di stampa rappresenta una delle manifestazioni fondamentali della libertà individuale». Essa, ha aggiunto il magistrato, «oltre a consentire l’espressione del pensiero e quindi il dibattito pubblico su qualsiasi argomento, permette anche ai cittadini di controllare l’operato delle autorità». Essere informati per verificare l’agire delle istituzioni, e non solo di queste. Parole nette quelle di Quadri. Il quale non ha mancato di accennare anche all’attività quotidiana nelle redazioni. «L’autorità giudiziaria – ha sostenuto – può poi tener conto anche delle particolari condizioni di lavoro dei giornalisti, dei ritmi sostenuti cui sono sottoposti e della loro missione specifica che ho appena citato». Una missione riconosciuta anche a livello costituzionale.