Hamas sfonda il confine di Gaza
Irruzione di manifestanti palestinesi nel valico di frontiera con Israele a Kerem Shalom
Oltre quattrocento i feriti per le proteste nella Striscia. Abu Mazen si scusa per le espressioni negazioniste e antisemite sulla Shoah.
Tel Aviv – Sono oltre quattrocento i palestinesi feriti o intossicati dai lacrimogeni negli scontri di ieri al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Un bilancio fornito da fonti mediche locali e comunque atteso, come nei precedenti venerdì di protesta convocati da Hamas lungo la frontiera. Alle manifestazioni avrebbero preso parte diecimila palestinesi. Frontiera che decine di dimostranti palestinesi sono quasi riusciti a varcare quando hanno sfondato i recinti del valico di Kerem Shalom (principale punto di ingresso a Gaza delle merci da Israele), facendo irruzione negli uffici dell’Autorità nazionale palestinese e di Israele e incendiando pacchi di documenti. Lo ha riferito la radio della Jihad islamica alQuds al-Yaoum. In una fase successiva i militari israeliani, con un largo impiego di lacrimogeni, hanno costretto gli occupanti alla fuga. In serata, la situazione sembrava tornata alla calma. senza tuttavia che calasse la tensione. Gli abitanti israeliani che abitano in prossimità di Gaza hanno infatti ricevuto l’ordine di non avvicinarsi agli aquiloni lanciati dai palestinesi della Striscia perché sarebbero stati armati con bottiglie incendiarie e ordigni esplosivi che rischiano di essere letali. Lo ha riferito la televisione statale israeliana. Da Gaza si è appreso che ieri i dimostranti avevano preparato centinaia di aquiloni rimasti però a terra a causa delle condizioni sfavorevoli del vento. Nei giorni scorsi gli aquiloni dei palestinesi avevano provocato estesi incendi nei campi dei villaggi israeliani di confine e nelle foreste vicine. In questo quadro, Abu Mazen ha presentato le sue scuse per le espressioni negazioniste e antisemite usate nei giorni scorsi, scuse tuttavia respinte da Israele. Ieri Abu Mazen, 83 anni, è stato confermato dal Consiglio nazionale palestinese alla guida sia dello Stato sia del Comitato esecutivo dell’Olp. E dopo le condanne piovute da tutto il mondo per la sua tesi degli ebrei perseguitati “per la loro pratica dell’usura, le banche e cose del genere”, ha cercato di rimediare. «Ribadisco la nostra ben nota condanna della Shoah – ha detto – come uno dei crimini più odiosi della storia». La sua conferma, senza un vice, alla presidenza e alla guida dell’Olp ha intanto sgombrato e voci che da tempo lo volevano al termine della sua parabola, specialmente dopo lo schiaffo di Donald Trump su Gerusalemme capitale di Israele o il duro contrasto con Hamas. Il Consiglio palestinese ha confermato il rifiuto di ogni soluzione che non preveda uno Stato entro i confini del ‘67 con Gerusalemme Est capitale.