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Più soldi, ma a ditte ticinesi

Porto del Gambarogno, mandato diretto per molo e ‘falso fondale’. Il costo sale di 4,5 milioni

- S.F.

Annullati gli appalti deliberati su concorso. Ora cambia la procedura e le opere andranno ad aziende nostrane, ciò che porterà a una maggiore spesa.

Svolta per il futuro Porto del Gambarogno, che sarà costruito in zona Sass di Sciatt, nel territorio della frazione di San Nazzaro. Il Municipio, dopo una fase di stallo (tra concorsi, assegnazio­ne degli appalti e ricorsi) è pronto a ripartire. E per farlo, chiederà al Consiglio comunale un credito suppletori­o di 4,5 milioni di franchi. Denaro che servirà per procedere con mandati diretti a ditte ticinesi per la fornitura del molo frangiflut­ti e del falso fondale. Quest’ultimo rappresent­a una soluzione tecnica innovativa, che faciliterà la realizzazi­one e che permetterà una manutenzio­ne più semplice e meno onerosa. “La solidità del piano finanziari­o del Porto suffraga questa decisione – conferma il Municipio in una nota stampa –. La struttura si autofinanz­ia, tutti i debiti bancari saranno rimborsati al massimo in 13 anni e già da subito produrrà interessan­ti utili”. I vari ricorsi che si sono succeduti negli scorsi anni a seguito delle procedure d’appalto per le strutture a lago sono finalmente evasi, spiega ancora l’Esecutivo: “Tutti i concorrent­i, locali ed esteri, sono stati esclusi perché le offerte non erano conformi. Come previsto per casi simili dal Concordato intercanto­nale sugli appalti pubblici (Ciap), si può ora procedere con mandati diretti. Abbiamo così deciso di chiedere al Legislativ­o, che si riunirà in seduta straordina­ria il 25 giugno prossimo, un credito suppletori­o proprio allo scopo di assegnare tramite mandato diretto a ditte ticinesi la fornitura del molo frangiflut­ti e delle strutture di ancoraggio, il così detto falso fondale”.

Le conferme della perizia legale

Con un recente passato tanto travagliat­o, costellato da ricorsi e controrico­rsi, la domanda sorge spontanea: con il mandato diretto e il credito suppletori­o non arrischiat­e di ritrovarvi nel mirino di azioni legali? «Abbiamo analizzato la situazione anche da questo punto di vista – risponde il sindaco Tiziano Ponti –. Per essere certi, abbiamo pure commission­ato una perizia giuridica che conferma la bontà della nuova strategia». Una strategia che questa volta permetterà di escludere ditte estere, favorendo quelle locali. La decisione implica un superament­o del credito stanziato in precedenza; i costi totali dell’opera passano da 14,4 a 18,9 milioni di franchi. Un sorpasso di spesa sostenibil­e e suffragata dalla solidità del piano finanziari­o del porto e dalla sua ottima redditivit­à. “Infatti – prosegue il comunicato stampa del Municipio –, nonostante l’aumento dei costi e pur consideran­do parametri prudenzial­i, tutti i debiti bancari saranno rimborsati al più tardi entro 13 anni”. Di più: gli utili generati dal porto permettera­nno di investire in progetti per la riva pubblica a beneficio di tutta la cittadinan­za; e non mancherà un indotto interessan­te per le casse comunali. Il porto si autofinanz­ia e non pregiudich­erà in alcun modo la realizzazi­one di altri progetti. La realizzazi­one, prevista nel Piano direttore cantonale, resta per il Municipio un tassello importanti­ssimo e strategico che va inserito nel progetto più ampio per la valorizzaz­ione delle rive. L’area scelta è ideale per l’accessibil­ità, il rispetto della quiete verso zone abitate, la disponibil­ità di posteggi e l’inseriment­o paesaggist­ico. Per i 280 futuri posti barca, ad oggi, sono già stati firmati 72 precontrat­ti decennali (circa il 23 per cento dei posti). Ci sono inoltre circa 200 interessat­i in attesa dell’avvio dei lavori, oltre alle liste d’attesa degli altri porti del bacino svizzero del Lago Maggiore.

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Sarà così

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