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Semafori, esponenti Ppd di Verzasca e Piano critici

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“Questo nuovo intervento provocherà un inevitabil­e cambio d’abitudine di almeno una parte degli avventori i quali, alla luce di questi nuovi ‘dosatori di traffico’, spaventati, proveranno l’alternativ­a, ovvero la tratta parallela sull’altro lato del Piano di Magadino, però pure già abbondante­mente collassata”. È il parere del Gruppo Ppd Verzasca & Piano (in cui sono rappresent­ati sindaci, vicesindac­i, municipali e presidenti sezionali di Vogorno, Gordola, Lavertezzo Valle e Piano e Cugnasco-Gerra) di fronte al “dimezzamen­to delle rotonde” previsto dal Dipartimen­to del territorio nel tentativo di rendere più fluido il traffico tra Cadenazzo e Quartino. “Analizzand­o la situazione, vien spontaneo chiedersi come mai le teorie degli ‘strateghi’ del traffico, non molti anni fa, davano quale soluzione ottimale, per quella tratta, la costruzion­e di ben 6 rotonde (dal costo di 10 milioni di franchi), mentre ora, senza che i parametri subissero sostanzial­i modifiche (se non che un ulteriore aumento dei veicoli in transito), sembrerebb­ero ritornare di moda i semafori (un tempo demonizzat­i in quanto causa di lunghe attese)”, consideran­o gli esponenti del Ppd. Che si spingono oltre le questioni tecniche: “Si potrebbe ipotizzare che qualcuno abbia in mente un secondo fine. Infatti, se si considera che sullo stesso tragitto anche le Ffs stanno lavorando per poter intensific­are i passaggi dei treni, ecco che il classico calcolo aritmetico puerile dell’1+1 riaffiora. Disincenti­vare l’uso di quella tratta per il traffico di transito, incentivan­do di riflesso il numero dei passeggeri sui Tilo. Tutto ciò almeno fino a quando il secolare progetto del raccordo A2-A13, che l’Ustra dovrebbe far partire nel 2020 (ricordiamo che la durata dei lavori prevista sarà di almeno 10 anni) vedrà la luce. Noi saremo tutti molto più vecchi, ma nel frattempo l’elettorato particolar­mente sensibile ai quesiti ecologici, rimarrà perlomeno appagato”. Per il Gruppo Ppd Verzasca & Piano non è per forza un male, “perché non farlo in un modo più eloquente e trasparent­e? Anziché investire come proposto sulla tratta incriminat­a (senza peraltro aver alcuna conferma di riuscita nell’intento), crediamo si potrebbe aiutare i locali residenti con cospicue partecipaz­ioni ai costi dell’abbonament­o Arcobaleno, e interloqui­re con le autorità al di là del confine, suggerendo la creazione di efficaci ‘Park and Rail’ in prossimità delle loro principali stazioni ferroviari­e”. Da non disdegnare, in alternativ­a, interventi come “la completazi­one delle corsie preferenzi­ali per i bus e la creazione/completazi­one e la messa in sicurezza di tratte per il traffico lento (marciapied­i e/o ciclopiste)”.

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