Tre punti un po’ più pesanti
Il Lugano va a Lucerna per trovare un successo che lo porterebbe a un passo da una matematica salvezza
Vincere e poi attendere. Battere il Lucerna e poi aspettare in tutta serenità l’esito della sfida di domani tra Zurigo e Losanna. Sì, perché la giusta congiunzione di risultati (vittoria bianconera e sconfitta vodese) regalerebbe al presidente Angelo Renzetti l’avallo della matematica alla terza salvezza consecutiva in Super League. Meglio andarci con i piedi di piombo, però. Perché in stagione questo Lugano ha dimostrato con i fatti come ogni termine potenzialmente pericoloso (Europa e salvezza su tutti) abbia condotto a un repentino calo di tensione e di risultati. Ultimo esempio in ordine di tempo, la vittoria a Sion alla quale è seguita la sciagurata sconfitta di Zurigo contro il Grasshopper. E allora, dopo la convincente affermazione di sei giorni fa con il San Gallo, tutti si attendono un Lugano altrettanto presente, determinato, cattivo anche alla Swissporarena... «Al momento attuale gli avversari maggiormente pericolosi per il Lugano siamo noi stessi – conferma Guillermo Abascal –. Il principale errore che possiamo fare è proprio lo stesso commesso dopo Sion: rilassarci. Questa è una squadra che deve rimanere perennemente in tensione, perché ogni qualvolta molla subisce colpi che non fanno male, fanno malissimo». In questa stagione il Lugano non è quasi mai riuscito a chiudere le partite a tempo debito, riducendosi a dover stringere i denti nei minuti finali. Si direbbe che in materia sia diventato un esperto... «I finali intricati si possono gestire, lo abbiamo dimostrato noi come tante altre squadre. A mio modo di vedere per chiudere una partita non servono cinque reti, bensì la capacità di gestire il timing della partita: occorre un possesso più lungo che non costringa a tornare immediatamente a difesa dell’area. È soprattutto una questione mentale, ci vuole la capacità di far girar palla con tranquillità per poi sfruttare gli spazi che la foga di avversari proiettati alla riconquista del pallone inevitabilmente concede».
‘Penso solo alla vittoria’
Torniamo al concetto iniziale: a Lucerna ci si potrebbe conquistare la salvezza... «Non so cosa significhi quella parola. Non ci ho pensato, perché il nostro approccio deve essere identico a quello di sei giorni fa. Dobbiamo pensare unicamente ai tre punti in palio e magari al pareggio se le cose non dovessero procedere secondo i nostri piani. E, soprattutto, proseguire nel processo di crescita, a livello di gioco come di idee». A Lucerna non ci saranno gli squalificati Daprelà e Sabbatini, oltre all’infortunato Rouiller. Soprattutto l’espulsione del difensore (tre giornate), rivista alla televisione ha fatto arrabbiare... «Se siete arrabbiati voi, figuratevi noi. Va però anche sottolineato come spesso situazioni del genere andrebbero gestite con reazioni più controllate. Ma tant’è, Daprelà non ci sarà ed è un peccato perché lo ritengo un elemento im-
portante per la nostra rosa. L’avevo visto a suo tempo da laterale basso e non mi era piaciuto, mentre ritengo che da difensore centrale possa essere un giocatore molto importante per questa squadra». Come importante, in questo girone di ritorno, si sta rivelando Junior, giocatore che si è rallegrato della maggiore libertà a disposizione sotto la guida di Abascal... «È un brasiliano, tenerlo al guinzaglio non servirebbe a nulla. A me piacciono quei giocatori che
nell’ordine sanno fare il contrario. Io voglio una squadra in grado di proporre un grandissimo ordine difensivo, ma che sul fronte d’attacco possieda quegli elementi capaci di portare disordine e cambiare la partita con una giocata. Negli ultimi anni il calcio è cambiato moltissimo, adesso nella frazione di un millisecondo ci si può giocare un’intera azione e ritengo che Junior sia quel tipo di calciatore che, se servito tra le linee, è in grado di mutare la dinamica di una partita. Se invece lo ingabbio in pochi movimenti finisco con il mortificarne le qualità. Detto ciò, ritengo pure che non sia in grado di vincere da solo. Ha bisogno delle sponde di Janko, degli inserimenti dei centrocampisti, della spinta del laterali. Nell’ordine della manovra di squadra, la sua imprevedibilità può davvero risultare decisiva. E noi abbiamo studiato tutte le soluzioni possibili per metterlo in condizione di dar seguito all’ottimo momento personale che sta attraversando».