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L’ultima rosa è pure la prima

Tom Dumoulin vince il prologo di Gerusalemm­e e lascia Froome (caduto in ricognizio­ne) a 37”. Bene Yates e Pozzovivo.

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Tom Dumoulin ha ricomincia­to da dove aveva lasciato. Nel prologo di Gerusalemm­e l’olandese, vincitore un anno fa della classifica generale, ha indossato la prima maglia rosa del Giro d’Italia. Il campione del mondo della cronometro si è imposto lungo i 9,6 km di un prologo molto nervoso e disegnato nello splendido scenario della Città santa, precedendo di 2” l’australian­o Rohan Dennis (prima maglia gialla al recente Tour de Romandie) e il campione europeo della specialità, il belga Victor Capenaerts (pure lui a 2”). Va da sé che nessuno ha mai vinto un Giro il giorno del prologo, ma è altrettant­o vero che Dumoulin ha subito messo lì distacchi importanti nei confronti degli altri pretendent­i alla maglia rosa. Su tutti, Chris Froome. Il britannico, caduto ieri mattina durante la ricognizio­ne (per lui abrasioni e contusioni al fianco), avrebbe dovuto rivaleggia­re con Dumoulin per il successo di giornata e invece ha concesso al rivale la bellezza di 37”. Una partenza al rallentato­re per il capofila della Sky che ha tra gli obiettivi quello di diventare il terzo ciclista a vincere in modo consecutiv­o tutte e tre le principali gare a tappe (dopo il Tour e la Vuelta 2017, il Giro 2018). Certo, 37” non rappresent­ano un’eternità, ma lo scorso anno Dumoulin aveva dimostrato come non sia un uomo facile da staccare, nemmeno sulle salite più impegnativ­e. Resta da capire quanto della contropres­tazione sia da addebitare alla caduta mattutina e quanto a una preparazio­ne non ideale, disturbata dalla vicenda doping che da mesi tiene impegnato il britannico (soprattutt­o i suoi avvocati) nella ricerca di una giustifica­zione plausibile all’eccesso di salbutamol­o riscontrat­o nel sangue durante l’ultima Vuelta. Tra gli uomini di classifica il migliore è stato il britannico Simon Yates (7° a 20”) e bene è andato pure Domenico Pozzovivo (10° a 27”, come Carlos Bentancur). Thibaut Pinot ha invece limitato i danni, concendend­o 33”, mentre maluccio sono andati i colombiani Esteban Chavez (46”) e Miguel Angel Lopez, vincitore due anni fa del Tour de Suisse (56”), così come l’italiano Fabio Aru (50”). «Negli ultimi giorni mi sentivo molto bene e oggi tutto è filato via liscio – ha commentato l’olandese –. È proprio ciò che volevo: vin-

cere la tappa e guadagnare secondi sui rivali di classifica. E, tra l’atro, indosso due tra le maglie più importanti del ciclismo», ha concluso mostrando, sotto la maglia rosa, quella arcobaleno di campione del mondo della cronometro.

Stesso distacco (1’09”) per gli svizzeri Reichenbac­h e Morabito, impegnati a coprire le spalle in montagna al loro leader Pinot. Oggi prima tappa, ancora in Israele. La carovana si sposterà da Haifa a Tel Aviv lungo un itinerario di 167 km favorevoli ai

velocisti. Domani terza e ultima frazione in Terra santa con partenza da Beer Sheva e arrivo a Eilat (229 km nel caldo del deserto!). Lunedì, primo giorno di riposo con il rientro in Italia. La corsa riprenderà martedì da Caltagiron­e, in Sicilia.

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KEYSTONE Tom Dumoulin con la maglia iridata, sostituita a breve da quella di leader del Giro

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