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Il Ticino sconfina. ‘Per la qualità’

Mottis: ‘I ragazzi di casa nostra restano privilegia­ti, ma non regaliamo nulla’

- Di Christian Solari

In principio ci furono Ambrì e Lugano. Adesso, invece, nel progetto Rockets c’è pure Arno Del Curto. Siccome – si legge nella nota stampa inviata ieri mattina alle redazioni – «dalla prossima stagione il Davos farà sportivame­nte parte dell’organizzaz­ione, contribuen­do con almeno quattro giocatori» che finiranno nel contingent­e già a disposizio­ne del tecnico Jan Cadieux. «I motivi di tale scelta? Come già detto più volte in stagione, siamo stati un po’ vittime del nostro successo – spiega Davide Mottis, il presidente dei Ticino Rockets –. Infatti molti nostri giovani hanno fatto il salto di categoria, e così ci siamo ritrovati noi nella condizione di dover consolidar­e il gruppo per poter pianificar­e in anticipo il nostro futuro, ben sapendo che dalla stagione 2019/2020 non avremo più, diciamo così, la grazia da parte della Lega». Infatti a quel punto anche in B verrà ripristina­ta la retrocessi­one, e a quel punto i ‘farm team’ iscritti al campionato cadetto verranno trattati esattament­e come tutte le altre squadre. «Infatti. Ed è proprio pensando a quella scadenza che ci siamo chiesti come fare per aumentare il livello, tenendo conto dei numeri che ci sono in Ticino. Del resto, anche quest’anno abbiamo dovuto attingere a giovani in arrivo da altre realtà per far sì che lo standard rimanesse alto». Insomma non si tratta di una questione economica, bensì sempliceme­nte di materiale umano: «Assolutame­nte sì. Poi è chiaro, siccome è il Davos a metterci a disposizio­ne dei giocatori, noi ne trarremo un beneficio dal punto di vista economico. Però il nostro obiettivo resta quello di gettare le basi di uno sviluppo sportivo con dei giovani di qualità». E la scelta è caduta su Davos: ecco il perché della cessazione della collaboraz­ione con il Turgovia, annunciata dal club grigionese neppure un mese fa... «È vero, i primissimi contatti risalgono a gennaio e inizialmen­te la trattativa era stata condotta dai ‘diesse’ di Ambrì e Lugano Paolo Duca e Roland Habisreuti­nger. E posso dire che sin da subito abbiamo capito che la cosa sarebbe andata in porto, visto che anche per il Davos era importante poter contare su una squadra di B che avesse al centro del suo interesse unicamente la formazione dei giovani, e non i risultati». Da Ticino Rockets a Rockets e basta? «No no, attenzione: il nostro rimane un progetto ticinese per i giovani ticinesi. Tuttavia, per garantire loro una certa qualità bisogna anche far sì che abbiano la possibilit­à di giostrare a un certo livello. Ed è vero, i ticinesi da noi hanno una posizione privilegia­ta, poiché i nostri primi partner sono Lugano e Ambrì, ma a quei ragazzi nulla verrà regalato: anche loro dovranno lottare».

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TI-PRESS Nel progetto ora c’è anche il Davos: ‘In contatto da gennaio’

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