Il Ticino sconfina. ‘Per la qualità’
Mottis: ‘I ragazzi di casa nostra restano privilegiati, ma non regaliamo nulla’
In principio ci furono Ambrì e Lugano. Adesso, invece, nel progetto Rockets c’è pure Arno Del Curto. Siccome – si legge nella nota stampa inviata ieri mattina alle redazioni – «dalla prossima stagione il Davos farà sportivamente parte dell’organizzazione, contribuendo con almeno quattro giocatori» che finiranno nel contingente già a disposizione del tecnico Jan Cadieux. «I motivi di tale scelta? Come già detto più volte in stagione, siamo stati un po’ vittime del nostro successo – spiega Davide Mottis, il presidente dei Ticino Rockets –. Infatti molti nostri giovani hanno fatto il salto di categoria, e così ci siamo ritrovati noi nella condizione di dover consolidare il gruppo per poter pianificare in anticipo il nostro futuro, ben sapendo che dalla stagione 2019/2020 non avremo più, diciamo così, la grazia da parte della Lega». Infatti a quel punto anche in B verrà ripristinata la retrocessione, e a quel punto i ‘farm team’ iscritti al campionato cadetto verranno trattati esattamente come tutte le altre squadre. «Infatti. Ed è proprio pensando a quella scadenza che ci siamo chiesti come fare per aumentare il livello, tenendo conto dei numeri che ci sono in Ticino. Del resto, anche quest’anno abbiamo dovuto attingere a giovani in arrivo da altre realtà per far sì che lo standard rimanesse alto». Insomma non si tratta di una questione economica, bensì semplicemente di materiale umano: «Assolutamente sì. Poi è chiaro, siccome è il Davos a metterci a disposizione dei giocatori, noi ne trarremo un beneficio dal punto di vista economico. Però il nostro obiettivo resta quello di gettare le basi di uno sviluppo sportivo con dei giovani di qualità». E la scelta è caduta su Davos: ecco il perché della cessazione della collaborazione con il Turgovia, annunciata dal club grigionese neppure un mese fa... «È vero, i primissimi contatti risalgono a gennaio e inizialmente la trattativa era stata condotta dai ‘diesse’ di Ambrì e Lugano Paolo Duca e Roland Habisreutinger. E posso dire che sin da subito abbiamo capito che la cosa sarebbe andata in porto, visto che anche per il Davos era importante poter contare su una squadra di B che avesse al centro del suo interesse unicamente la formazione dei giovani, e non i risultati». Da Ticino Rockets a Rockets e basta? «No no, attenzione: il nostro rimane un progetto ticinese per i giovani ticinesi. Tuttavia, per garantire loro una certa qualità bisogna anche far sì che abbiano la possibilità di giostrare a un certo livello. Ed è vero, i ticinesi da noi hanno una posizione privilegiata, poiché i nostri primi partner sono Lugano e Ambrì, ma a quei ragazzi nulla verrà regalato: anche loro dovranno lottare».