Swissmade su Marte bis!
Sabato 5 maggio un vettore Altas ha inviato verso Marte la sonda Nasa InSight che dopo un viaggio di quasi 7 mesi dovrebbe posarsi e iniziare il lavoro di ricerca sulla struttura solida del nostro pianeta gemello per capire di più anche sulla formazione della Terra. A bordo della sonda Nasa due strumenti scientifici; uno è un sofisticato sismografo alla cui realizzazione hanno partecipato l’Eth e industrie svizzere. Il sismografo in viaggio per Marte è il più sensibile al mondo, capace di rilevare la “scossa” di una farfalla che si posa sullo strumento. La sonda Insight che trasporta il sismografo per posarlo sul suolo marziano è identica alla sonda Nasa Phoenix inviata su Marte nel 2007 per cercare la presenza di acqua. Anche Phoenix aveva a bordo uno strumento svizzero, un microscopio a forza atomica sviluppato sul principio del microscopio a effetto tunnel inventato da Heinrich Rohrer e Gert Binning presso il centro di ricerca Ibm di Rüschlikon. Invenzione che valse ai due ricercatori il premio Nobel per la fisica nel 1986. Lo strumento imbarcato su Phoenix riusciva a vedere forme fino a un millesimo dello spessore di un capello. Sono quindi già due delle sei missioni Nasa degli ultimi 20 anni sul suolo di Marte che vedono il nostro Paese presente con uno strumento di punta. Ma non è la prima volta che troviamo strumenti svizzeri su sonde e satelliti di ricerca. Nel 1986 sulla sonda Esa Giotto che passò a 500 km dalla cometa di Halley c’era uno (…)
Segue da pagina 22 (…) spettrometro di massa dell’Università di Berna che permise di determinare che nelle comete c’è ghiaccio d’acqua e non di anidride carbonica come si ipotizzava fino allora, ma anche su Rosetta di nuovo uno spettrometro di massa bernese permise di scoprire altre molecole ed elementi delle comete. Mi fermo qui, la lista della presenza svizzera nello spazio sarebbe molto lunga e qualificata in particolare su missioni europee. Se nella ricerca sulle comete l’Esa è nettamente più avanti degli Usa, Marte è di gran lunga il pianeta Usa (posati 7 volte con successo sul suolo). Essere scelti dalla Nasa per una missione interplanetaria è un fatto che va sottolineato conoscendo come di regola se possono fanno tutto in casa. Gli strumenti da inviare nello spazio devono funzionare in un ambiente ostile, temperature estreme e soprattutto elevatissime radiazioni che mettono a dura prova materiali in particolare i semiconduttori dei sistemi elettronici, ma fondamentale è che siano efficienti energeticamente e leggeri per limitare i costi di lancio ed è qui che la tradizione tecnologica svizzera nell’innovazione, miniaturizzazione e qualità fa centro nella ricerca spaziale. La partecipazione alla missione InSight è una nuova dimostrazione dell’elevato valore della ricerca e dell’innovazione delle alte scuole delle industrie svizzere.