Per la storia delle religioni è (quasi) fatta
Via libera della Scolastica all’accordo tra Decs e Chiese per l’insegnamento in quarta media
La storia delle religioni incassa un nuovo, determinante via libera. È quello della Commissione scolastica, che con il rapporto a firma di Giorgio Fonio (Ppd), Michele Guerra (Lega) e Alessandro Cedraschi (Plr) accoglie il messaggio governativo in cui è stato messo nero su bianco l’accordo trovato l’autunno scorso tra Dipartimento dell’educazione e Chiese riconosciute. In pratica, da settembre 2019 una nuova materia è destinata a fare capolino nella griglia scolastica di tutti gli allievi di quarta media: “storia delle religioni”, un’ora la settimana. Materia che sostituisce, per chi la segue, l’ora di “religione”, inteso l’insegnamento confessionale (cattolico o evangelico). Un’impostazione che in Commissione ha trovato ampi consensi. Salvo Tamara Merlo (Verdi), tutti i deputati hanno sottoscritto il rapporto, alcuni con riserva. «Era importante si procedesse con questo dossier, dopo lo stallo degli ultimi anni», rileva il relatore Giorgio Fonio. Tema molto sensibile su cui la Scolastica fa dunque fronte comune. Anche nel presentare una richiesta: obbligare gli studenti di prima, seconda e terza media che non seguono l’ora di religione confessionale (e che oggi hanno “ora buca”, per dirla in gergo) a seguire un’ora di studio assistito. E obbligatorio. «È stata una valutazione della Commissione che ha condiviso le considerazioni del collega Giorgio Pellanda» spiega ancora Fonio alla ‘Regione’. Non si tratta comunque di una modifica del decreto di legge, bensì di un invito al Dipartimento a modificare il regolamento. Un “ritocco” che considerato il contesto non rischia comunque di compromettere l’intera operazione? «Il fatto di evitare che dei ragazzi molto giovani stiano “a spasso” anziché in un’aula a fare un’ora di studio non ci sembra un elemento tale da mettere in discussione l’importante accordo raggiunto tra Stato e Chiese», risponde Fonio. “A nostro giudizio – si legge nel rapporto – [con l’ora di studio assistito obbligatorio] si eviterà il rischio di creare una sorta di ghetto fra chi frequenterà l’ora confessionale-tradizionale e nel contempo si applica una doverosa equità di trattamento fra gli allievi, legata al numero di ore settimanali in cui devono rimanere a scuola”. Ora manca solo il voto del plenum del Gran Consiglio.