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Mario Gavranovic vuole stupire

Quattro anni dopo, il ticinese torna a chiedere la maglia da titolare

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Se per comporre l’undici titolare Vladimir Petkovic si dovesse basare sulle esternazio­ni dei tifosisele­zionatori che di questi tempi affollano i bar del cantone, la scelta di colui al quale affidare la punta dell’attacco ai Mondiali in Russia sarebbe chiara: Mario Gavranovic. Sia perché il ticinese ha saputo cogliere le rare occasioni di mettersi in mostra in rossocroci­ato, sia perché le quotazioni di Seferovic a Sud delle Alpi non sono mai state altissime. Fattostà che Gavranovic potrebbe diventare l’arma segreta di Petkovic, a quattro anni da un Mondiale che per il luganese era finito ancora peggio che per tutti i suoi compagni, con quel grave infortunio al ginocchio. Il suo è per molti versi un ritorno insperato, vuoi per quanto successo in Brasile, vuoi per delle scelte di carriera che il diretto interessat­o reputa non essere state «sempre le migliori. Per contro, la decisione di andare in Croazia, per quanto abbia fatto nascere delle critiche, è stata decisament­e azzeccata». In due stagioni e mezzo Gavranovic ha infatti staccato quattro titoli con la maglia del Rijeka e della Dinamo Zagabria con la quale è stato grande protagonis­ta della recente doppietta. Come d’incanto, il 28enne formato a Lugano e sbocciato a Yverdon e Neuchâtel ha cancellato gli infruttuos­i passaggi allo Schalke, a Magonza e a Zurigo. Tutti “peccati di gioventù” che sembrano ora archiviati e che permettono a Gavranovic di guardare con fiducia alla Russia. «Spero di fare parte di quel gruppo, di segnare e di superare finalmente quell’ottavo di finale che troppe volte ha impedito al calcio svizzero di andare avanti. Ma a più corto termine il primo obiettivo è di trovare posto nella lista definitiva dei 23. Sono reduce da una bella stagione e ritengo di possedere le qualità per essere titolare in Russia. È però vero che altri 25 giocatori pensano esattament­e la stessa cosa». Le prospettiv­e di Gavranovic sembravano al lumicino quattro anni fa, quando prima dell’ottavo con l’Argentina si era procurato la rottura dei legamenti del ginocchio ed era tornato a casa senza un solo minuto di gioco... «Ritrovare la Nazionale è stato difficile, sono stati due anni davvero duri. Ma il fatto di essere tra i pre-convocati mi ha aiutato molto, ha decuplicat­o la volontà di recuperare». Richiamato in rossocroci­ato in autunno per le sfide contro Ungheria, Portogallo e Irlanda del Nord, Gavranovic è sceso in campo una prima volta il 23 marzo ad Atene, poi qualche giorno dopo a Lucerna contro Panama: ed è convinzion­e di tutti gli osservator­i che il ticinese abbia saputo sfruttare al meglio le occasioni concessegl­i... «In Nazionale non mi sento un titolare, piuttosto una delle componenti importanti della squadra, alla stessa stregua del capitano o del magazzinie­re. Nonostante in Russia gli avversari siano molto temibili, sono convinto che questo gruppo possa andare lontano...».

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TI-PRESS/GOLAY Una chance da sfruttare: ‘Sono stati due anni davvero duri’
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