Sanchez sfratta Rajoy
Madrid – Pedro Sanchez al posto di Mariano Rajoy. Per la prima volta dalla fine della dittatura un capo del governo spagnolo in carica è stato destituito dal Congresso dei deputati con una mozione di sfiducia e sostituito dal capo dell’opposizione. Contro Rajoy hanno votato 180 deputati su 350. Sanchez, il leader del Psoe che venerdì scorso aveva presentato la mozione di sfiducia. Un rovesciamento di posizioni repentino e radicale. Solo la settimana scorsa Rajoy, alla guida di un governo di minoranza, aveva incassato l’adozione, in extremis, del bilancio dello Stato grazie ai voti dei cinque baschi del Pnv. Ma non ha avuto il tempo di gioirne. Subito dopo, la pubblicazione della sentenza sul “caso Gurtel”, la trama di corruzione legata al Partido Popular risalente a 15 anni fa, (premier José Maria Aznar) lo ha ricondotto a terra. Il Pp è stato condannato per corruzione, suscitando una tempesta in tutto il paese. Sanchez ha immediatamente presentato la sfiducia, passata di nuovo grazie ai baschi. Per ora Sanchez, settimo capo del governo in Spagna dalla fine della dittatura, terzo socialista dopo Felipe Gonzalez e José Luis Zapatero, prevede di formare un esecutivo monocolore socialista e di seguire il modello del Portogallo, dove il premier Antonio Costa governa in minoranza con l’appoggio esterno dell’estrema sinistra. Non durerà, secondo quasi tutti gli analisti. Emozionato, visibilmente amareggiato, Rajoy è stato il primo a congratularsi con Sanchez: “È stato un onore essere premier, e lasciare la Spagna migliore di come mi era stata consegnata”, ha detto lasciando il Congresso. Poco prima il suo governo aveva decretato la fine del commissariamento delle istituzioni autonome della Catalogna, dopo sette mesi. Un contrappasso?