Non si vive di solo Pil
Credit Suisse: sono necessari altri indicatori per misurare la crescita economica Una valutazione alternativa potrebbe essere il reddito nazionale lordo, che tiene conto anche degli introiti generati da società e residenti stranieri
Zurigo – È necessario promuovere indicatori alternativi per misurare il progresso economico. È quanto rileva Credit Suisse, secondo cui il prodotto interno lordo (Pil) non è più un indicatore pertinente per determinare le dimensioni della crescita e suoi impatti sulla società, in un contesto mondiale sempre più complesso. Secondo la banca, la Svizzera rappresenta un buon esempio per mostrare i difetti del Pil come strumento di misurazione. Bisognerebbe considerare anche altri indicatori come ad esempio la tutela dell’ambiente. «L’utilizzo del Pil come criterio per prendere decisioni politiche o economiche a livello nazionale o internazionale, resta diffuso» ha affermato durante una conferenza stampa Michael O’Sullivan, capo della divisione investimenti di Credit Suisse. In questo modo sussiste però il pericolo che le lacune di questo indicatore porti a una distorsione nell’interpretazione dei risultati economici di un Paese. «Trascuriamo fattori a lungo termine, come lo sviluppo e la ricerca, l’accesso all’istruzione o gli investimenti a tutela dell’ambiente», ha aggiunto Nicholas
In Svizzera crescita debole, ma qualità di vita alta
Oulton del Centro di macroeconomia della ‘London School of Economics’. Nello studio ‘Il futuro del Pil’ pubblicato mercoledì da Credit Suisse, la Svizzera è citata come esempio: secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), negli ultimi 50 anni ha registrato la crescita più debole
tra i Paesi industrializzati. Allo stesso tempo però, la qualità della vita resta alta: questo paradosso mette in discussione l’utilità dei dati del Pil, ha indicato l’istituto finanziario in un comunicato. Inoltre, i media accordano molta più importanza alle previsioni concernenti il Pil, piuttosto che al debito. Il fatto che il prodotto interno lordo sembri al giorno d’oggi imprescindibile – hanno sottolineato gli esperti dell’istituto bancario – non significa che non esistano approcci migliori o alternativi per misurare la crescita economica e il benessere sociale. Per Urs Rohner, presidente del consiglio d’amministrazione di Credit Suisse, citato in una nota, l’istituzione del Pil come indicatore di progresso ha portato a “trascurare numerosi effetti secondari della crescita”. Il calcolo convenzionale di questo dato tralascia pure altri aspetti chiave, come il contributo delle donne all’economia. Oltre a ciò, nell’era della digitalizzazione è difficile misurare per esempio la produttività di settori interi, quali i servizi finanziari e la ricerca e lo sviluppo, per l’assenza di cifre affidabili. Dal canto loro, i mercati finanziari ignorano il Pil: tra gli investitori, in pochi architettano le proprie mosse in base a questo indicatore. Al contrario, è in forte aumento la domanda di dati ambientali, sociali e governativi. In alternativa al Pil, organizzazioni come la Banca mondiale tengono già conto di altri rilevatori per valutare la qualità di vita. Tra questi la speranza di vita alla nascita o l’accesso all’educazione. Ha guadagnato importanza anche il reddito nazionale lordo (Rnl), che condivide alcune caratteristiche con il Pil ma, rileva Credit Suisse, “è più pertinente nell’era della mondializzazione in quanto considera gli introiti generati da società e residenti stranieri”.