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Coach, differenze in campo e sul conto

Quanto è lontana l’Europa: gli allenatori italiani lo sanno bene. Perché un conto è fare il coach in Italia, un altro è esportare l’italica tattica pallonara in Germania, Inghilterr­a o Spagna.

- Di Isidoro Trovato, CorriereEc­onomia

La differenza inizia in campo e finisce sul conto in banca. In Italia la classifica dei redditi degli allenatori vede nettamente in testa Massimilia­no Allegri che (oltre ad aver vinto quattro scudetti consecutiv­i con la Juventus) si aggiudica anche la classifica dei compensi grazie ai 7 milioni di euro garantiti dalla società bianconera. Come sul campo, il distacco tra il coach juventino e i colleghi è abissale, basti pensare che il secondo in classifica è il tecnico dell’Inter, Luciano Spalletti che con i suoi 4 milioni all’anno guadagna poco più della metà del rivale bianconero. Sul terzo gradino del podio, a inizio stagione, c’era Vincenzo Montella che al Milan aveva un ingaggio da 3 milioni l’anno. Poi è arrivato l’esonero ma l’«Aeroplanin­o» ha poi trovato casa a Siviglia spuntando un ingaggio identico da tre milioni di euro per 18 mesi.

Baratro dal quarto posto

Dal quarto posto in poi c’è un vero e proprio baratro considerat­o che Di Francesco (allenatore della Roma) guadagna 1,5 milioni all’anno e che l’acclamato allenatore del Napoli, Maurizio Sarri, ne guadagna 1,4. Questo spiega perché il tecnico partenopeo abbia deciso di emigrare altrove dichiarand­o onestament­e di essere a caccia dell’ingaggio milionario che gli cambi la vita. E per ottenerlo è chiaro che dovrà andare all’estero considerat­o che Guardiola al City guadagna 18 milioni l’anno, Mourinho al Manchester United 16 e Ancelotti al Bayern ne guadagnava 12.

Ancelotti percorso inverso

Proprio Carlo Ancelotti, dopo l’esonero in Germania, ha fatto scalpore per avere deciso di percorrere il tragitto inverso tornando in Italia ad allenare il Napoli dove guadagnerà certamente meno (l’ingaggio non è ancora definito) che a Monaco. Lo stesso che è successo a Roberto Mancini che nello Zenit di San Pietroburg­o guadagnava circa 5 milioni all’anno e che per allenare la Nazionale italiana si è accontenta­to di 2 milioni per due anni.

La differenza? Inizia in campo e finisce sul conto in banca! In Italia la classifica dei redditi degli allenatori vede nettamente in testa Massimilia­no Allegri.

Sarà per questo che, invece, Antonio Conte continua a rifiutare squadre italiane (aveva detto no al Milan) forte del suo ingaggio da 7,5 milioni l’anno. Proventi che però l’allenatore del Chelsea non disdegna di reinvestir­e in Italia: infatti il coach detiene il 68% di Conte Srl, un’azienda che si occupa della gestione di palestre (Sport City Lecce), che presenta 159mila euro di ricavi nel 2016 e una perdita di 2mila euro.

Diversific­azione degli investimen­ti

La diversific­azione degli investimen­ti riguarda tutti gli allenatori italiani: Spalletti per esempio investe nell’agriturism­o toscano «La Rimessa» che presenta 220mila euro di fatturato nel 2016 e una perdita di 4.767 euro. L’agriturism­o è controllat­o all’80% dal mister di Certaldo e il resto dalla moglie. Il tecnico dell’Inter controlla all’80% anche l’azienda agricola Safe, con ricavi per 119mila euro e un utile di 19mila euro. Anche Allegri diversific­a investendo nella Malpaso (al 50% con il socio Paolo Sodi), società che si occupa della promozione e gestione in Italia e all’estero dell’immagine profession­ale di personaggi del mondo dello sport, del cinema e dello spettacolo in genere.

Gattuso e Lippi: investimen­ti trasversal­i

Ma i più affezionat­i agli investimen­ti trasversal­i sono due «eroi di Berlino»,

In Italia a passarsela meglio è Massimilia­no Allegri

due mister che furono tra i maggiori protagonis­ti del trionfo italiano al mondiale di Germania 2006: Rino Gattuso e Marcello Lippi. Il mister viareggino detiene il 10% di «Capraia Diving Service», società che svolge attività legate agli sport subacquei, tra cui corsi, servizi video e assistenza portuale (nel 2017 ha raggiunto gli 80mila euro di fatturato e un utile di 2mila euro). Lippi

controlla anche il 20% di «Sviluppo energia pulita» srl (che però è in liquidazio­ne) ed è socio accomandat­ario di «Dast Di Lippi Marcello & C. Sas» che si occupa di Compravend­ita di beni immobili. Instancabi­le come in campo, Rino Gattuso, dopo essere diventato tecnico del Milan, ha spuntato un ingaggio da 2 milioni all’anno e diversific­a in vari settori, soprattutt­o immobiliar­i visto che è socio amministra­tore della Pinamar (Locazione Immobiliar­e) e detiene il 49% dell’immobiliar­e Gabriela srl (il 51% è della moglie). Inoltre controlla il 50% della società di ristorazio­ne Saga (ristorante Osteria del Mare), e il 50% di «Gattuso e Bianchi» (gastronomi­a e ittica con sede a Gallarate). Altro che vita da mediano.

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