Ai contadini il duello con il ‘ministro’
Sono da poco passate le 20 quando Johann Schneider-Ammann esce dalla sala del Consiglio nazionale. Il ministro dell’Economia vi era entrato per qualche minuto attorno alle 15, poi di nuovo alle 15.30: vacche con le corna, futuro della politica agricola, strategia di sviluppo della ricerca e della consulenza per l’agricoltura. Al termine dei dibattiti, quattro ore e mezza più tardi, il consigliere federale bernese si presenta provato a un capannello di giornalisti nell’anticamera del Nazionale. Dice di essere «un po’ deluso», ma relativizza la portata della decisione del Nazionale di rinviare al Governo il ‘suo’ rapporto sulla politica agricola post-2022. «Non è niente di irreversibile, è una situazione momentanea», afferma. «Il nostro rapporto illustra, in totale trasparenza, tutte le possibilità. Non si tratta di raccomandazioni, ma di offrire tutta la gamma delle possibilità per trovare la via migliore». Il rapporto, aggiunge Schneider-Ammann, «è una base valida». Malgrado le critiche sollevate durante il dibattito, il ministro dell’Economia resta «persuaso» che «se l’Ue conclude un accordo di libero scambio con il Mercosur, noi dobbiamo assicurarci le stesse condizioni quadro». Sull’altro fronte, Jacques Bourgeois gongola. Direttore dell’Unione svizzera dei contadini (Usc), il consigliere nazionale (Plr/Fr) dice alla ‘Regione’ che «que- sto rapporto non è un semplice documento di lavoro». Perché il Consiglio federale vi indicava di «mirare a una riduzione della differenza di prezzo tra i prodotti svizzeri e quelli esteri dell’ordine del 30-50%, con conseguenti perdite di reddito importanti per le famiglie contadine». Un’opposizione di principio agli accordi di libero scambio? «Assolutamente no», risponde Bourgeois. «Rinunciando a integrare una componente internazionale nella prossima riforma agricola, continueremo come finora a concludere degli accordi di libero scambio preservando gli interessi dell’agricoltura svizzera: così è stato fatto con la Cina, vogliamo che ciò avvenga anche con i Paesi del Mercosur». L’Usc ha ormai una sorta di diritto di veto sulla politica economica elvetica, come è stato detto in aula? «Finora l’Usc non ha avuto alcun diritto di veto, per contro le organizzazioni ambientaliste sì».