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Sempre in sella, a tutto gas

Dalle corse ‘sprint’ al Mondiale Endurance, con i colori del Team Ain Crt Yamaha: la nuova vita di Roby Rolfo

- Di Moreno Invernizzi

Di chilometri ne ha già percorsi parecchi. Ma la voglia di mettersi in gioco, in Roby Rolfo è ancora quella di una volta. Di anni ne sono passati diversi da quando il pilota di origini italiane che da qualche anno risiede a Lugano (e ora naturalizz­ato svizzero) aveva fatto il suo esordio ufficiale nel Motomondia­le. Era il 1996, e allora correva nella classe 250 (poi divenuta Moto2). Poi sono venute MotoGp e Superbike. E, da inizio 2018, ecco la nuova sfida, inedita per lui: quella del Mondiale Endurance. Un mondo tutto a sé, che l’oggi 38enne sta scoprendo piano piano, ma che già gli sta dando diverse soddisfazi­oni. «Il mio esordio in una gara ufficiale è stato a fine aprile nella 24 Ore di Le Mans, in sella a una Yamaha del Team Ain Crt, al fianco del francese Alexis Masbou (con un trascorso in Moto3) e dello svedese Christoffe­r Bergman (reduce da un’esperienza in Supersport). Fin dai primi giri ho capito che, a scapito di quanto potessi pensare a priori, si trattava di un campionato molto competitiv­o – sottolinea Rolfo –. Rispetto a una gara “sprint”, qui l’accento va messo su altri aspetti. Nell’Endurance, la partenza non è così determinan­te, ma non puoi permettert­i cali di concentraz­ione. Devi anche gestire al meglio i cambi di luce, come al crepuscolo, o correre di notte. Tutte cose che, al primo impatto, non sono facili da assimilare. Le gare richiedono parecchio impegno, sia fisico sia psicologic­o». Come sta andando il Mondiale? «La nostra squadra si sta dimostrand­o molto competitiv­a. Lo abbiamo dimostrato a Le Mans, la mia prima corsa, chiudendo al

secondo posto di categoria e al settimo assoluto. Un secondo posto che deve essere salutato quasi come un successo, considerat­o che durante la gara abbiamo dovuto fare i conti con diversi incidenti di percorso, che mi hanno anche portato a fare... i supplement­ari in sella. E bene abbiamo fatto anche nella 8 Ore in Slovacchia, dove però una mia caduta ci ha un po’ complicato la gara. Siamo comunque riusciti a chiudere con un buon sesto posto di categoria, confermand­oci tra i migliori. A Oschersleb­en, in Germania, dove domenica si corre la prossima gara, una 8 Ore, contiamo

di ritrovare le primissime posizioni. Abbiamo i numeri per farlo, ne sono convinto. Importanti­ssimo sarà gestire al meglio le nostre energie». La gara di Oschersleb­en rappresent­a un po’ il crocevia stagionale, essendo il penultimo appuntamen­to del campionato: «La stagione non si è aperta nel migliore dei modi per il nostro team: al Bol d’Or di Le Castellet, la prova di apertura della stagione (corsa lo scorso settembre, quando io non ne facevo parte), il nostro team non è riuscito a chiudere la gara a causa di un problema meccanico. E questo risultato un po’ ci sta

condiziona­ndo nella classifica stagionale. Nelle ultime gare cercheremo di recuperare un po’ di terreno e scalare ulteriorme­nte le classifich­e». Sarà poi a Suzuka, in Giappone, che si chiuderà il Mondiale, con la quinta e ultima prova, in calendario il 29 giugno.

Alla ricerca di nuove sfide

Poi, cosa farà Roby Rolfo? «Resterò... in sella, questo è certo. La realtà del Mondiale Endurance è affascinan­te. Personalme­nte la sto vivendo come una sorta di completame­nto del mio precorso sportivo. Ora mi sto facendo le ossa nel Mondiale Endurance nella categoria Superstock e mi piacerebbe continuare. E magari, perché no, provare a farlo nella categoria superiore, la Ewc, alla quale quest’anno, per motivi di budget, non siamo iscritti. Ma non escludo nemmeno nuove sfide, come quella di provare l’avventura con la Formula E, qualora dovesse veramente prendere avvio anche con la moto: per ora siamo solo a livello di test, ma tutto lascia presagire che a breve potrebbe scattare una sorta di Coppa del mondo per moto elettriche».

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FABIEN MARCORELLE­S Pronto per la nuova sfida sul circuito di Oschersleb­en, che raggiunger­à in giornata

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