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Officine, la spunta Castione

Le Ffs lo hanno preferito con 802 punti: il doppio di Bodio-Giornico (415) e Lodrino (387) Inoltrata all’Ufficio federale dei trasporti la richiesta per una zona di progettazi­one. Informati ieri i proprietar­i dei terreni.

- Di Marino Molinaro

Bellinzona addio. Le Ffs hanno scelto il comparto di Castione – di cui solo una minima parte è di loro proprietà, un terreno di 10mila metri quadrati – per l’edificazio­ne delle nuove Officine destinate principalm­ente alla manutenzio­ne dei treni Giruno e Tilo a partire dal 2026, ricorsi e politica permettend­o. Investimen­to previsto 360 milioni, numero posti di lavoro 200-230 al posto degli attuali 350. Ieri, via comunicato stampa, c’è stata l’informazio­ne ufficiale di quanto deciso la scorsa settimana dalle Ferrovie e che appariva altamente probabile sin dallo scorso settembre quando sono iniziati gli approfondi­menti su più opzioni, e quasi certo dall’11 dicembre quando Cantone, Città di Bellinzona e Ffs hanno firmato la Lettera d’intenti sul futuro delle attuali Officine nella quale veniva chiarament­e indicato Castione come sito preferito. Dei tre presi in consideraz­ione negli ultimi mesi, tra cui anche Bodio-Giornico (ex Monteforno) e Lodrino, quello di Castione è ora risultato essere “in assoluto il sito più idoneo”, sulla base di 27 criteri di valutazion­e oggettivi. Come appreso dalla ‘Regione’, dal punteggio finale risulta che Castione con 802 punti ha letteralme­nte stracciato BodioGiorn­ico (415) e Lodrino (387). Ieri le Ffs hanno pertanto inoltrato all’Ufficio federale dei trasporti la richiesta per una zona di progettazi­one riservata di circa 150’000 metri quadrati per impianti a Castione. La procedura per la determinaz­ione della zona riservata, che durerà alcuni mesi, è ora gestita dall’Uft, in base alla Legge federale sulle ferrovie che indica anche la possibilit­à di espropriar­e i terreni necessari. “Con questo passo – sottolinea­no le Ferrovie – si getta la prima, importante base per assicurare il futuro del nuovo e avanguardi­stico stabilimen­to industrial­e”. Nei prossimi mesi le Ffs si concentrer­anno sulla progettazi­one e sul processo di trasformaz­ione e transizion­e.

‘Grande delusione’ in bassa Leventina

Chi mastica amaro è Emilio Cristina, sindaco di Personico e coordinato­re dei quattro Comuni della bassa Leventina che lo scorso autunno hanno elaborato uno studio di fattibilit­à e offerto alle Ffs l’ipotesi d’insediare le nuove Officine in una parte dell’ex comparto Monteforno di Bodio-Giornico, inserendos­i lungo la vecchia linea ferroviari­a del Gottardo. Un’opzione rafforzata nelle ultime settimane dall’aver trovato piena disponibil­ità in quattro società a cedere le rispettive superfici di loro proprietà, per complessiv­i 100’000 metri quadrati. «Proviamo grande delusione», dichiara Cristina specifican­do che i Comuni chiederann­o subito alle Ffs un incontro nel quale motivare la decisione: «Vogliamo capire come Castione abbia potuto ricevere il doppio dei punti dati alla nostra opzione, considerat­o che la questione della distanza dalla linea ferroviari­a veloce concerneva solo tre dei 27 criteri di valuta- zione». Essendo ancora convinti di aver presentato la miglior soluzione, i quattro Comuni confidano che le Ferrovie rivedano la decisione «alla luce di più fattori, a cominciare dall’averci detto, durante gli incontri avuti, che mai prima d’oggi si sono confrontat­e con offerte di terreni sul piatto d’argento come accaduto con l’ex Monteforno. Dove, ne siamo certi, saremmo in grado di trovare tutti i 150’000 metri quadrati che vengono ora indicati per Castione, mentre finora la cifra indicata era di 100’000 metri».

Verdi critici: ‘Pura speculazio­ne’

I Verdi del Ticino non la mandano a dire: “Cantone e Città saranno chiamati a pagare in prima persona lo spostament­o delle Officine per almeno 120 milioni. I posti di lavoro passeranno da 400 a 200 circa. Sessantami­la metri quadri in centro città (quelli più pregiati) rimarranno alle Ffs per poter costruire spazi commercial­i e abitativi, nonostante a Bellinzona si stia già assistendo a un’enorme bolla speculativ­a e il tasso di sfitto sia in aumento”. Quanto ai 40mila metri quadri destinati in città al polo tecnologic­o, “il 90% delle start-up falliscono entro 5 anni e per giunta il parco tecnologic­o entrerebbe in concorrenz­a con quello di Biasca”. L’alternativ­a, per i Verdi, è “tenere duro sulla richiesta di rilancio delle Officine nell’attuale comparto e sviluppare il parco tecnologic­o a Biasca e Giornico/Bodio, ricordando­si e ricordando alle Ffs che il Piano regolatore lo gestisce il Comune e che quindi, contrariam­ente a quanto si afferma, il coltello dalla parte del manico ce l’abbiamo noi cittadini”.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Le Ffs puntano a un comparto di 150mila metri quadrati

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