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Giovanni Gargiulo: ‘Se fosse sempre la logica a decidere...’

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È all’ottava stagione sulla panchina del Red Star, società di cui ormai è un punto fermo: Giovanni Gargiulo, figlio di immigrati italiani, ha un legame con il Ticino. Forte, ancorché datato. Giocatore di quelli, per sua stessa ammissione, «di cui aspetti l’esplosione, ma l’esplosione non arriva mai», all’inizio degli Anni 80 giocò con la maglia dell’Ascona («Gran bei ricordi, gran bella squadra, quella»), e poi a Gordola, di cui ricorda un solo nome, quello di Adriano Omini (poi passato alla corte del Locarno, in Lnb). Fece poi ritorno oltr’Alpe, per motivi di studio. Quasi quarant’anni dopo, il presente gli offre un ulteriore incrocio con il Ticino, giacché il Red Star contende la promozione al Bellinzona, nella finale della poule di accesso alla Promotion League. Non che il salto di categoria sia al centro delle ambizioni degli zurighesi, ma vi è da credere che sullo slancio del successo ai danni dei giovani dello Young Boys II, il pensiero a un altro sgambetto lo stiano facendo. Senza grande convinzion­e, magari, ma tant’è. «Questo è il calcio – esordisce il mister degli zurighesi –. Se fosse la logica a decidere, il Brasile sarebbe sempre campione del mondo e l’Italia sarebbe al Mondiale. Nel calcio i pronostici non sempre vengono rispettati. L’Yb è una bellissima squadra, all’andata ha giocato benissimo, ci stava “massacrand­o”, ma sul 4-1 ha tolto il piede dall’accelerato­re consentend­oci di segnare due reti. Anche al ritorno sono partiti forte ma siamo riusciti a tenerli a bada. Con un po’ di fortuna abbiamo sbloccato il risultato alla prima punizione. Sullo 0-1 si sono innervosit­i e impauriti. Sono forti, ma anche molto giovani. Sullo 0-2 sono crollati. La nostra prestazion­e è stata buona, altrimenti non avremmo fatto 4 gol, ma gli ultimi 2 sono frutto del loro crollo, lo dobbiamo ammettere».

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