Musi lunghi al GTrump
Charlevoix – Non vogliono lui? E lui vuole la Russia. Il G7 canadese non poteva aprirsi con una rappresentazione più plastica della crisi tra Washington e i suoi supposti alleati. Già prima dell’pertura dei lavori a Charlevoix, uno scambio di artiglieria ha fatto piovere tweet da una parte e dall’altra. Oggetto, i dazi statunitensi e le annunciate rispettosissime contromisure europee. Fino a che Trump ha deciso di inviare i B 52: la Russia deve tornare nel formato G8. Un affronto pesantissimo per gli europei. Lo sconcerto per la linea di Trump era palpabile nelle parole del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. “Quello che mi preoccupa di più – ha detto – è vedere che l’ordine mondiale, basato su regole comuni, si trovi sfidato non dai soliti sospetti ma, sorprendentemente, dal suo principale architetto e garante: gli Stati Uniti”. A tentare di prendere in mano la situazione è poi stato il presidente francese Emmanuel Macron, che li ha convocati a un incontro a parte per decidere come affrontare l’incontenibile Trump (che lascerà ilG7 prima di tutti gli altri). Macron, al termine dell’incontro, ha assicurato che la linea europea è “unitaria e determinata”. Nel frattempo tra tweet, dichiarazioni e conferenze stampa, tutti si sono affrettati a confermare la necessità del formato a 7, ricordando che la Russia è stata espulsa nel 2014, con decisione presa all’unanimità, perché ha invaso la Crimea. Per completezza, va ricordato che Trump ha trovato un pronto alleato in Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio italiano al suo primo appuntamento internazionale. È bene che si torni al G8, ha detto un fiducioso Conte. Guadagnandosi il sentito grazie di Putin: “La Russia si concentra su altri formati”, ha precisato il portavoce Dmitri Peskov ...