Valute, Credit Suisse dovrà collaborare
San Gallo – Credit Suisse dovrà fornire dati relativi alle transazioni sulle valute alla Commissione della concorrenza (ComCo). Il Tribunale amministrativo federale (Taf) ha respinto il ricorso dell’istituto di credito nell’ambito di un’inchiesta su sospetti accordi illeciti fra banche in merito ai tassi di cambio. Credit Suisse sosteneva che la decisione della ComCo violasse il divieto di autoincriminazione e il principio di proporzionalità. In una sentenza pubblicata ieri, il Taf conferma però le richieste della ComCo. Quest’ultima ha precisato espressamente che i dati servirebbero unicamente a stabilire il livello di un’eventuale sanzione. La presunzione di innocenza viene quindi rispettata. Esiste inoltre la possibilità di ricorso contro una decisione definitiva della ComCo, fanno notare i giudici di San Gallo. La banca potrà quindi difendersi contro l’utilizzo dei dati. Il Taf aggiunge che le informazioni sul commercio di valute possono essere ottenute indipendentemente dalla volontà del Credit Suisse. Ricordiamo che nel marzo del 2014, la ComCo aveva aperto un’inchiesta per sospetti accordi illeciti sui tassi di cambio contro Credit Suisse e altre banche (Ubs, Banca cantonale di Zurigo e Julius Bär nonché quattro istituti esteri: JP Morgan, Citigroup, Barclays e Royal Bank of Scotland). I sospetti riguardavano in particolare “lo scambio di informazioni riservate e il coordinamento generale per l’acquisto e la vendita di valute a un livello di prezzo concordato”. La sentenza del Taf non è definitiva e può essere attaccata davanti al Tribunale federale.