Volovelisti, i confini quadrano
Del tema pianificatorio si è discusso ieri in assemblea. Non vi saranno ulteriori istanze. Critiche alla moda dei droni che nasconde pericoli.
In attesa delle opportunità di rilancio dell’Aeroporto cantonale, con l’aggiornamento delle infrastrutture logistiche (lavori dei quali abbiamo ampiamente riferito negli scorsi mesi, Ndr) e l’allungamento della pista di atterraggio, i soci dell’Aero club Locarno si sono riuniti, ieri sera, per ripercorrere l’attività svolta lo scorso anno e discutere delle problematiche che toccano, da vicino, questo piccolo e apprezzato polo aero-turistico adagiato sulle rive del Lago Maggiore. Nella sua carrellata tematica il presidente del sodalizio, Nicola Ravasi, ha dapprima fatto il punto a una questione pianificatoria. Quella relativa alla sentenza del Tram per il ricorso, inoltrato dall’Aero club, sul perimetro aeroportuale previsto dal Puc (Piano di utilizzazione cantonale) rispetto allo Psia (Piano settoriale dell’infrastruttura aeronautica). Sentenza che, se da un lato non è favorevole all’Aero club, dall’altro lascia intendere, chiaramente, che spetta a Berna avere l’ultima parola in materia di confini. Semplificando: tutti hanno una parte di ragione, nessuno ha torto marcio. Dal momento che la decisione della massima istanza cantonale conferma che le strutture del Gruppo volo a vela (Gvvt) rientrano, appieno, nel perimetro aeroportuale, non vi saranno ulteriori istanze. Una situazione anomala, ha detto Ravasi, ma comunque soddisfacente. Sempre in tema di Gvvt, il presidente ha lodato il grande lavoro di promozione dell’aviazione che quest’ultimo sta portando avanti. Parecchi ragazzi/e si sono avvicinati a questo affascinante mondo, iniettando nuova linfa e fiducia in tutto il movimento aviatorio. Buoni riscontri arrivano pure dal gruppo dei modellisti, dove i brillanti risultati conseguiti dai portacolori del team nelle competizioni internazionali danno lustro all’attività.
‘Serve maggiore disciplina!’
Qualche parola, anche alla luce della recente collisione tra un drone e un elicottero-scuola, Nicola Ravasi l’ha spesa pure al riguardo di questi piccoli aeromobili telecomandati alla portata di tutti. L’Aero club svizzero tiene a precisare che questa attività non va confusa con l’aeromodellismo (prova ne è che una precisa regolamentazione del loro impiego stenta a prendere quota). E i rapporti tra coloro che coltivano questo passatempo e chi, invece, in aria ci lavora non sono dei più idilliaci. Ravasi ha dunque auspicato una maggiore disciplina da parte di chi, con questi velivoli guidati da terra, si diletta (il fatto di mettere in pericolo la navigazione aerea configura un reato penale e in quanto tale viene trattato). Parole di ringraziamento sono state poi espresse a Beat Am Rihn e Luciano Gaggetta per la traduzione del libro “Die Peilsonate”, omaggio all’incidente della Muotatahl occorso alla pattuglia aerea militare che, nel 1938 diretta in Ticino, si schiantò. In agosto il volume dovrebbe essere disponibile e sia l’Aero club di Lo-
carno, sia quello di Lugano, sostengono questa iniziativa editoriale.
S-chanf, la culla delle nuove leve
Verrà riproposta anche quest’anno, intanto, la settimana dedicata all’aviazione pensata per i ragazzi/e tra i 14 e i 16 anni.
L’Aero Club Svizzero organizza il campo estivo Jula, che si svolge durante le vacanze scolastiche nel campo militare di S-chanf (Engadina). Scopo di questa esperienza è di fornire agli interessati (provenienti da tutta la Svizzera e anche dall’estero) una prima infarinatura sul mondo del volo attraverso attività
didattiche (con una parte teorica, una pratica e una informativa) e ludiche. Vi sono ancora alcuni posti disponibili per l’edizione 2018, che si terrà dal 29 luglio al 4 agosto. Informazioni scrivendo a jula@aeroclub.ch, telefono 041 375 01 14 (sito www.jula-proaero.ch/jula-proaero_i/informationen.htm).