Affossato il Parco
Severa sconfitta per i promotori della riserva naturalistica. Solo due Comuni (dal territorio relativamente limitato) accolgono l’idea, bocciata anche nelle valli oltre che al piano. La delusione dei sindaci è palpabile, la progettualità esce azzoppata. S
Due Comuni su 8, decisamente troppo pochi. Oltretutto portanti in dote pochi metri quadrati di territorio (in un caso, quello di Bosco Gurin, con Ascona il solo favorevole all’istituzione della riserva ambientale, addirittura un’enclave). Così, rapidamente, man mano che arrivavano i risultati, ieri pomeriggio è colata a picco la nave Parco nazionale del Locarnese. È andata ad adagiarsi accanto al relitto del Parc Adula, affondato due anni fa. Praticamente colpito dallo stesso siluro. Quello contenente i timori della maggioranza dei cittadini di nuovi divieti, di restrizioni alle proprie libertà, di spese inutili, di saccheggi delle proprie risorse. Per coloro che, per lunghi anni, si sono impegnati anima e corpo in questo progetto, la delusione è palpabile. “Fin dall’inizio eravamo consapevoli che ottenere l’approvazione nelle urne non sarebbe stato facile – commenta, in una nota stampa, Tiziana Zaninelli, alla testa del Consiglio del Parco –. Alla fine hanno prevalso il dubbio e la sfiducia nelle istituzioni insinuati dai fautori di una campagna d’opposizione dai toni spesso drammaticamente scorretti. È un vero peccato perché difficilmente la nostra regione potrà contare su un’altra opportunità simile, ma, come sempre in democrazia, la decisione dei cittadini va rispettata”. Non tutto è comunque da buttare, in questa sconfitta: “Sul totale degli 8 Comuni, va comunque notata una sensibilità positiva della popolazione, che si è espressa nel complesso con 4’170 voti positivi e 4’279 voti negativi, un piccolo scarto di 109 voti tutto sommato. Siamo comunque orgogliosi di quanto fatto in questi 15 anni di lavoro, infatti sul territorio restano oltre 150 progetti realizzati con il sostegno del Candidato Parco nazionale, a conferma del potenziale che questa iniziativa avrebbe potuto avere” – ha concluso Tiziana Zaninelli.
Fabrizio Garbani Nerini, sindaco di Terre di Pedemonte : “La considero una brutta figura. Soprattutto per quanto riguarda il mio Comune. Avevo preventivato una votazione tirata, ma con una prevalenza risicata di voti favorevoli. Quando ho visto la frequenza alle urne (76,2%), superiore addirittura a quella del voto sull’aggregazione, confesso che ho temuto il peggio. L’opera di convincimento da parte degli oppositori è risultata pagante. Quello inviato dai Comuni urbani, con la sola eccezione di Ascona, è un segnale preoccupante. Va letto come una sorta di “egoismo” nei confronti delle zone discoste. Se per i Comuni del piano la bocciatura del Parco non andrà a incidere sul futuro (dal momento che dispongono delle necessarie risorse economiche), altrettanto non si può dire per le valli, che hanno mezzi limitati. Ne viene fuori una visione egoistica, che ha cancellato buoni propositi di sviluppo per tutta la comunità».
Dall’egoismo ai treni persi, così i sindaci
Roberto Ponti, sindaco di Brissago, prende nota della disfatta: “Un centinaio di schede di differenza, potevamo prevederlo. È la democrazia, non ci si scappa. Abbiamo fatto il possibile, come istituzioni, per portare un progetto sensato e credibile; la popolazione non l’ha voluto. Le ripetute bocciature di simili iniziative ambientali fanno capire che la gente è stufa di divieti e imposizioni. Come autorità dobbiamo rispettare questa volontà. Ma che non ci vengano a rinfacciare che non proponiamo mai nulla”.
Sintetico il sindaco di Losone, Corrado Bianda: «Si è buttata alle ortiche un’occasione preziosa per l’intera regione. Un vero peccato. Non ci sono alternative al progetto e questo è un aspetto che ci deve preoccupare». Per Ottavio Guerra, sindaco di Centovalli, è «la fine della corsa. Abbiamo mancato un treno, chissà quando passerà il prossimo. Il fattore decisivo? La disinformazione messa in atto. Dubbi, incertezze e paure seminate fra gli elettori li hanno portati a bocciare il Parco. Da parte nostra continueremo a lavorare consapevoli che diversi progetti, finanziati e sostenuti da questa istituzione, slitteranno nel tempo. Nulla è precluso, sia ben chiaro». Tra i più delusi, Cristiano Terribilini, sindaco di Onsernone: «La popolazione ha sconfessato 10 anni di duro lavoro. Il Parco non si farà ma i problemi restano. Come Comune abbiamo una strategia di rilancio affidata al progetto Onsernone 2020, del quale il Parco era un tassello importante. Ora crescono le difficoltà».