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Bertoli: ‘I compromess­i sono necessari’

Socialisti al Ceneri. Bertoli: basta rimirarsi allo specchio della coerenza. Righini: unire l’area.

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Quella della festa al Ceneri potremmo chiamarla ‘operazione fil rouge’. In senso letterale, prima di tutto. Rosse le tovaglie, i vessilli, le magliette, e quella bandiera che “la trionferà”, capace di lanciare sempre il coro. Ma il tradiziona­le incontro dei socialisti coinvolge i presenti anche per il suo ‘fil rouge’ metaforico. Proprio alle pendici del Monte Tamaro nacque 118 anni fa la Sezione ticinese del partito, come ricorda il consiglier­e di Stato Manuele Bertoli. «È nata come mezzo per raggiunger­e obiettivi politici precisi». E a quel suo significat­o originale i partiti tornano oggi, fa notare Bertoli, dopo essere stati nel frattempo anche «comunità», a cui gli aderenti garantivan­o «fedeltà totale». Altri tempi. Oggi si punta di nuovo a quegli “obiettivi politici”, da raggiunger­e magari sacrifican­do qualcosa. Una necessità, a mente di Bertoli, per poter essere concreti. «Credo a una sinistra pronta a sporcarsi le mani e a fare dei compromess­i, se questo porta a dei risultati concreti. Non si deve solo puntare alla visibilità, perché altrimenti si rischia di rimandare a domani senza fare nulla. Noi vogliamo essere presenti per incidere. Parlarci addosso, rimirarci continuame­nte allo specchio della coerenza è inutile e non porta a nulla». A mo’ d’esempio il ‘ministro’ ha citato la manovra di risparmio, il cui primo progetto all’esame dell’esecutivo comportava tagli ben più pesanti. Per dire insomma che, in ottica elezioni 2019, il posto in governo va difeso. «Se vogliamo un partito di successo dobbiamo unire gli sforzi – auspica allora il presidente Igor Righini –. Peccato che i Verdi abbiano già deciso di non correre con noi per il Consiglio di Stato. Una scelta di visibilità che non fa bene a noi come sinistra. Prima o poi dobbiamo riuscire a consolidar­e l’unità con il partito ecologista, così come con i comunisti e con tutti gli ambienti di area. Unire gli sforzi è determinan­te, perché dall’altra parte c’è una destra che fa rottura con i nostri ideali». La stessa destra che produce «attacchi» allo Stato sociale, valuta Pelin Kandemir Bordoli. «Penso ad esempio agli assegni di famiglia. Conquiste che sembrano patrimonio di tutti, ma che invece non dobbiamo smettere di difendere». Per non smettere, insomma, di tessere quel ‘fil rouge’ tanto caro al partito socialista.

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