A Singapore per ora la Storia è una messinscena
Singapore – L’aggettivo “storico” si spreca come la parola “amore” nelle canzonette. E in effetti Donald Trump e Kim Jong-un, da ieri entrambi a Singapore, sono da giorni impegnati a dare l’idea che il loro incontro di domani tale sarà. “Il mondo intero sta guardando a questo storico summit”, ha detto Kim, a capo di uno dei paesi più chiusi al mondo, incontrando il primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong e ringraziandolo “per gli sforzi sinceri” profusi nell’ospitare e preparare il vertice. Lee, che si è già offerto di coprire i costi del summit (20 milioni di dollari), ha ringraziato a sua volta Kim, fiducioso in una svolta per la penisola coreana e la stabilità di tutta la regione. Tutti appesi dunque ai “gesti importanti” da parte di Trump, che una accorta regia di “anticipazioni” ha lasciato intendere possibili. Tra questi il possibile annuncio sull’apertura dell’ambasciata Usa a Pyongyang, se il presidente avrà “percezione” della sincerità negoziale di Kim sulla denuclearizzazione, che deve essere “completa, verificabile e irreversibile”. È uno che le cose le sente, lui. Comunque vada a finire, la certezza di avere fatto la mossa giusta ce l’ha piuttosto Kim. Non solo martedì si siederà da pari allo stesso tavolo con il leader della nazione più potente del mondo. Ma le sue aperture sul nucleare – ha demolito il sito dei test di Punggye-ri e si è impegnato a sospendere esperimenti atomici e lanci di missili, tutt’altro rispetto a uno smantellamento dell’arsenale – gli hanno già fatto guadagnare lo scongelamento dei rapporti con Seul, la riapertura di canali diplomatici importanti come quelli con la Russia e soprattutto il riavvicinamento dell’alleato di antica data, la Cina, il cui presidente Xi Jinping gli ha anche messo a disposizione gli aerei (di Air China) per raggiungere in piena sicurezza Singapore. E non si becca più neppure gli insulti di Trump. Se anche il summit dovesse andare male, Pechino è comunque pronta a sostenere l’economia della Corea del Nord. Chi le negherebbe il diritto di farlo?