Più protezione per le vittime di stalking
Gli Stati chiedono il braccialetto elettronico per sorvegliare gli autori di violenza domestica
In futuro alle vittime di violenza domestica e di stalking dovrà essere garantita maggiore protezione. Gli autori dei reati dovranno portare un braccialetto elettronico, per controllare che non violino il divieto di contatto e di accesso a determinate aree. È quanto ha deciso ieri il Consiglio degli Stati. Il dossier passa ora al Nazionale. Nel 2016 sono stati registrati 17’685 casi di violenza domestica. Si tratta di un aumento del 2% rispetto all’anno precedente e del 14% se confrontato con il 2014. Le conseguenze sono state la morte di 19 persone, la maggior parte delle quali donne. Tenendo conto di questi dati, che dimostrano un aumento costante di questi casi, i ‘senatori’ hanno dunque deciso all’unanimità accettare le relative modifiche del codice civile e penale. Per quanto riguarda l’uso del braccialetto geolocalizzato, il progetto preferisce la sorveglianza a posteriori dei dati – a cose avvenute – per evitare costi eccessivi. In questo caso l’entrata in contatto tra l’autore del reato e la vittima non potrà essere evitata. Il controllo elettronico potrà però fornire le prove che la persona violenta è tornata a più riprese nei pressi del domicilio della vittima. Questa misura, attuata solo su richiesta, dovrebbe avere una durata limitata di sei mesi. Tuttavia sarà possibile prolungare la sorveglianza fino a ulteriori sei mesi. Il controllo tramite braccialetto elettronico viene messo in pratica su richiesta della vittima. Per i ‘senatori’ i costi se li dovrà assumere la persone sorvegliata. A livello penale è previsto un nuovo disciplinamento della sospensione o dell’abbandono di un procedimento per lesioni semplici, vie di fatto reiterate, minacce o coazione nei rapporti di coppia. Inoltre la decisione sulla prosecuzione non dipenderà più unicamente dalla volontà della vittima, ma anche dall’autorità penale. La sospensione del procedimento dovrebbe poi essere decisa solo se migliorerà la situazione della vittima. Non sarà ammessa in caso di sospetta recidiva nel rapporto di coppia. L’autorità avrà anche la facoltà di obbligare l’imputato a seguire un programma rieducativo contro la violenza.