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Roma chiude, Madrid apre

La Spagna accetta di far approdare la nave Aquarius, gremita di migranti, respinta dall’Italia Per Matteo Salvini, incurante degli appelli europei, si è trattato di una ‘vittoria’. I grillini si allineano e altri barconi sono in arrivo.

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Madrid – “Se li è presi” Madrid. Facendo, indebitame­nte, gridare vittoria a Matteo Salvini, il governo spagnolo ha accettato di far approdare a Valencia l’Aquarius, la nave dell’ong Sos Mediterran­ée con 629 migranti a bordo che però sono ancora al largo della Sicilia: nella tarda serata di ieri l’ong ha infatti annunciato che sarebbe troppo pericolo mettersi in viaggio per la Spagna. Intanto il ministro dell’Interno italiano, che aveva ordinato la chiusura dei porti all’imbarcazio­ne, si è intestato il “successo”, obbligando i grillini a professars­i “vincitori” a loro volta. Prima della comunicazi­one di Madrid, Onu e Ue avevano tentato di comporre la contesa tra Italia e Malta, per far prevalere le ragioni umanitarie. Inutilment­e. Solo nel primo pomeriggio, il neopremier socialista Pedro Sanchez ha annunciato la disponibil­ità spagnola: “È nostro obbligo aiutare ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire un porto sicuro a queste persone”. Mentre il premier maltese Joseph Muscat accusava l’Italia di aver “infranto le regole internazio­nali”, una bacchettat­a a Roma è arrivata dal commissari­o europeo Dimitris Avramopoul­os, che ha definito la scelta di Sanchez “la vera solidariet­à messa in pratica, sia verso queste persone disperate e vulnerabil­i, che verso Stati membri partner”. Ma quante balle, ha commentato Salvini. Convocata una conferenza stampa a Milano (dove era corso per gloriarsi dei successi elettorali della Lega nelle comunali del weekend), il ministro ha parlato di “primo obiettivo raggiunto. Abbiamo aperto un nuovo fronte a livello continenta­le, sicurament­e la partita non si chiude qui, ma è il segnale che non possiamo continuare a sostenere questo peso da soli”. Allineato in men che non si dica il ministro di Infrastrut­ture e Trasporti, Danilo Toninelli, che ha competenza sulla Guardia Costiera: “Dico a Malta e agli altri partner europei, quelli per esempio la cui bandiera sventola su queste navi, che è giunto il momento di assumersi le proprie responsabi­lità”. Per non essere da meno, Luigi Di Maio, vice, a tutti gli effetti, di Salvini ha chiosato: “È bastato fare ciò che avrebbero dovuto fare i governi precedenti”. Per poi aggiungere, in un afflato umanitario, che la Aquarius “non è una bagnarola, ma una nave attrezzata che non si trova in situazione di emergenza”. Ma altri barconi sono in viaggio verso l’Italia (sette interventi coordinati dalla Guardia Costiera italiana hanno consentito il recupero di 795 persone che stanno per essere sbarcate) e Salvini ha inviato un avvertimen­to a un’altra nave, la Sea Watch 3, che si trova a ridosso delle acque libiche: “L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c’è chi dice no”. Questa l’ho già sentita.

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KEYSTONE Se li vede Salvini

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