Una Svizzera a tutta birra
Petkovic: ‘Spesso le grandi partono con il freno a mano tirato, noi dovremo essere sul pezzo per approfittarne’
A meno di una settimana dall’inizio di un Mondiale nel quale la Svizzera spera di superare (finalmente!) lo scoglio degli ottavi di finale, Vladimir Petkovic si confida a pochi minuti dalla partenza del volo che ieri ha portato la delegazione rossocrociata nel ritiro di Togliatti... «C’è molta positività nel gruppo, che ha dimostrato di essere in grado di mantenere la calma anche nelle situazioni più complicate, così come di avere i mezzi sia per reagire, sia per agire. Come si è visto in più occasioni, spesso siamo in grado di dirigere il gioco e controllare l’avversario e, per farlo, una squadra deve avere carattere, la mente lucida e mantenere i nervi saldi».
‘Tite poteva chiamarne 132’
Per Petkovic sarà questa la seconda fase finale di un grande torneo, dopo l’Europeo di due anni fa. Un Europeo dal quale il cittì rossocrociato ha tratto i dovuti insegnamenti. Il personale a sua disposizione è grossomodo lo stesso, tuttavia lo spettro strategico si è ampliato e la paletta dei sistemi da interpretare si è allargata. Inoltre, l’eccellente coaching viene pubblicamente riconosciuto e apprezzato da tutti i giocatori... «Onestamente, non riesco a ricordare ogni dettaglio della scorsa campagna europea. Ogni torneo ha la sua storia e la sua dinamica, non è facile fare confronti. Io stesso farò progressi ogni giorno, cercando di focalizzarmi sull’oggi e sul domani, senza guardare troppo al passato. Pure stavolta sarà fondamentale essere presenti anche con la testa sin dal primo istante. Capita che le grandi squadre ci mettano un po’ di tempo a girare al meglio, ma noi non possiamo permettercelo per nulla al mondo. Così come non potremo permetterci cali di tensione, dovremo essere sempre al massimo». Assimilato (per quanto possibile) lo shock del “Mineiraço” (il 7-1 subito contro la Germania nella semifinale della Coppa del mondo 2014), il Brasile sembra aver ritrovato lo smalto dei tempi migliori, con una sola sconfitta (un anno fa in amichevole contro l’Argentina) nelle ultime 21 partite. Di conseguenza gli uomini di Tite sono tra i favoriti per alzare al cielo la coppa in Russia, per buona pace della Svizzera, che se la vedrà con i verdeoro domenica a Rostov (ore 20). Ma se la logica dice Brasile in maniera piuttosto chiara, i numeri danno sorprendentemente qualche chance in più alla Svizzera, che contro i pentacampeones hanno perso “solo” tre volte in otto scontri diretti, vincendo persino due delle ultime tre sfide... «Il loro selezionatore ha deciso molto in fretta i nomi dei 23 giocatori da chiamare, una scelta ben precisa per evitare lunghe discussioni e possibili polemiche. Resta il fatto che Tite potrebbe scegliere tra 132 giocatori, anche di più volendo. Non casco nella trappola di pensare che ogni selezione brasiliana debba per forza proporre un calcio spettacolare, ma spesso indisciplinato dal profilo tattico. Questo è un Brasile con un atteggiamento maggiormente europeo, con più numeri 6 e meno numeri 10. Tite è riuscito ad assemblare un gruppo molto omogeneo».