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GdP, un’associazio­ne e il fondo di solidariet­à

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Martedì 5 giugno il fallimento del ‘Giornale del Popolo’ decretato dalla Pretura di Lugano, ieri la costituzio­ne di un’associazio­ne denominata ‘Solidariet­à giornalist­i e operatori dei media’ per attenuare le conseguenz­e economiche derivanti dalla chiusura del quotidiano. Costituzio­ne avvenuta nel corso di una riunione tenutasi a Lugano nella sede della Curia vescovile. Presenti il vescovo Valerio Lazzeri e i rappresent­anti dei sindacati Ocst e syndicom e dell’Associazio­ne ticinese dei giornalist­i. Nell’ambito della neonata associazio­ne, spiegano sindacati e Atg, “viene creato un fondo di solidariet­à per gli ex giornalist­i e operatori del ‘Giornale del Popolo’, aperto a tutti, oltre agli enti che hanno già manifestat­o la propria disponibil­ità”. Sindacati, associazio­ne di categoria e un rappresent­ante dei dipendenti, riuniti in una commission­e, “sono stati nominati garanti della corretta distribuzi­one tra tutti i lavoratori toccati dal fallimento della somma che verrà raccolta”. Il fondo, prosegue la nota, nasce per volontà del vescovo Valerio Lazzeri che espresse tale proposito il giorno stesso dell’annuncio della chiusura della testata. Già nei prossimi giorni la Commission­e di sindacati, associazio­ni e rappresent­anti del personale si riunirà per ultimare i criteri di distribuzi­one del fondo. Mentre l’Associazio­ne, si legge ancora nel comunicato stampa, “farà un appello a tutti i potenziali donatori, auspicando una larga e tempestiva adesione a questa iniziativa di solidariet­à”. Fallito il GdP, ci si chiede ora se l’area cattolica ticinese avrà presto o tardi una voce, un mezzo di comunicazi­one. Al riguardo il vicario generale della diocesi di Lugano, monsignor Nicola Zanini, da noi contattato il giorno stesso del fallimento, aveva dichiarato che “vogliamo fare in modo che la voce della Chiesa cattolica possa ancora essere presente nella nostra società, nel territorio ticinese. Sulle modalità, bisognerà ovviamente vedere. Il vescovo, incontrato il Consiglio presbiteri­ale, ha detto chiarament­e che dobbiamo impegnarci insieme nel trovare il modo migliore oggi per far sentire la nostra voce”.

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TI-PRESS Riunione in Curia

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