‘Urne chiare. Ma che peccato’
Losone, le riflessioni del sindaco dopo la rinuncia definitiva al Centro richiedenti all’ex caserma
Corrado Bianda: ‘Grande rispetto della volontà popolare. Importante comunque anche il segnale lanciato dalla minoranza favorevole a continuare l’esperienza’.
Da una parte, certamente, il “pieno rispetto della volontà popolare”, che dà adito a un abbandono del progetto di ritrasformare per altri 3 anni l’ex caserma in Centro di accoglienza per richiedenti l’asilo. Ma dall’altro, anche, il dispiacere per «un’opportunità che si poteva cogliere, che avrebbe avuto senso da più di un punto di vista». All’indomani della comunicazione al Consiglio comunale di aver “stralciato” il messaggio con cui proponeva di rinverdire per un triennio l’esperienza con i migranti, il Municipio di Losone, con il suo sindaco Corrado Bianda, riflette non solo sul chiaro responso delle urne, sfavorevole alla continuazione dell’esperienza con gli asilanti, ma anche sul senso che avrebbe avuto, invece, una continuazione. Facendo comunque una premessa: «Il fatto che su un tema che tocca così visceralmente le persone una percentuale significativa (circa il 45% dei votanti) si sia comunque espressa a favore del Centro per richiedenti l’asilo non è da sottovalutare. Il risultato dello scrutinio è stato chiaro e inequivocabile – e sulla quella base, responsabilmente, il Municipio non poteva esimersi dal prendere la decisione che ha preso – ma bisogna considerare che la partecipazione al voto è stata massiccia e il tema, in “campagna”, anche molto strumentalizzato. Ecco, in questo contesto assume un valore importante non solo il dissenso della maggioranza, ma anche l’assenso di chi nell’esperienza riconosceva dei valori importanti».
‘Solidarietà confederale, gesto umanitario e ricadute finanziarie ed economiche’
Valori che Bianda vuole ricordare: «Senza fare una “classifica”, confermare l’impegno con la Segreteria di Stato della migrazione avrebbe significato, per Losone, dare un ulteriore segnale di solidarietà e collaborazione confederale (alla Confederazione, al Cantone e anche ai Comuni) e ribadire un gesto di importante valore umanitario. Senza dimenticare le ricadute finanziarie e quelle economiche, date dall’affitto da una parte e dai posti di lavoro generati dall’altra». Comunque, come sottolineato dalla nota poi diramata dall’esecutivo, l’abbandono appariva inevitabile poiché “una decisione differente sarebbe stata poco comprensibile e avrebbe potuto essere interpretata come una mancanza di rispetto della volontà popolare espressa addirittura in assemblea e non mediante i rappresentanti nel legislativo”. Ora il Municipio “ritiene doveroso e opportuno concentrare le proprie energie per l’avanzamento dei numerosi progetti prioritari del Comune, fra i quali rientrano anche quelli volti a disegnare il futuro del comparto Arbigo”; questo, “senza alimentare inutilmente ulteriori dibattiti e polemiche, che non servono alla crescita civile del nostro Comune”. «Progetti che per quanto riguarda il comparto dell’ex caserma manterranno gli indirizzi già più volte descritti, ovverosia quello culturale, sportivo e ricreativo – dice il sindaco –. È evidente che fra i contenuti verrà a mancare la “Casa del Parco”, che in virtù della bocciatura, domenica, anche del progetto di Parco nazionale, non avrà più purtroppo ragione di esistere». Sopravvivranno invece certezze in proiezione futura come la ristrutturazione dello stabile principale e il grande progetto di “condivisione socioculturale” a base di “co-leaving” (ostelli, ristoranti, infrastrutture ricettive), “co-working” (collaborazione nell’ambito del recupero di spazi esistenti in cui condividere e far convivere esperienze lavorative diverse) e “co-making” (spazi per attività associative e culturali formative e socializzanti). Prossimamente verrà conferito un mandato esterno affinché queste prospettive possano nascere e prosperare nel migliore dei modi.