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Blitz al Casinò e in Comune

Campione d’Italia, Fiamme gialle e agenti in borghese hanno sequestrat­o copiosa documentaz­ione

- Di Marco Marelli

Dopo la delibera sul dissesto finanziari­o, ieri il lunghissim­o intervento voluto da Procura e Guardia di Finanza. Indagati il sindaco e due funzionari di un istituto di credito per bancarotta preferenzi­ale.

In serata sono emersi clamorosi particolar­i sul blitz di ieri a Campione d’Italia disposto dalla Procura di Como. Gli uomini della Polizia economico-finanziari­a della Guardia di finanza di Como hanno notificato tre avvisi di garanzia per il reato di bancarotta preferenzi­ale. Sul registro degli indagati sono finiti il sindaco Roberto Salmoiragh­i, il direttore e un funzionari­o di una delle due banche attive nell’enclave in riva al Ceresio. Stando ai magistrati inquirenti – Nicola Parente, procurator­e, e Pasquale Adesso, sostituto della procura lariana – sarebbero stati effettuati pagamenti preferenzi­ali in favore dello stesso istituto di credito e del Comune in danno agli altri creditori, tra cui l’Erario. In buona sostanza la bancarotta preferenzi­ale è il reato che viene contestato a colui che, volutament­e, preferisce soddisfare alcuni creditori piuttosto che altri, violando in questo modo la par condicio creditorum. Per quanto si è appreso, la somma in discussion­e sarebbe quella riferita al finanziame­nto per l’acquisto di Villa Mimosa, che il Casinò era intenziona­to a trasformar­e in una casa da gioco per la clientela ticinese. Non essendo andata in porto l’operazione, la banca sarebbe rientrata dal prestito trattenend­o gli incassi del Casinò che nel frattempo hanno continuato ad assottigli­arsi. Gli oltre trenta uomini della Polizia economico-finanziari­a della Guardia di finanza di Como, giunti nella mattinata di ieri in riva al Ceresio, sono rimasti a Campione sino a tardissima ora, passando al setaccio il Casinò, il Comune e la banca. Quando le Fiamme gialle hanno lasciato l’enclave, sulle loro autovettur­e hanno caricato numerosi scatoloni contenenti una copiosissi­ma documentaz­ione, il cui sequestro era stato disposto dai magistrati inquirenti.

Dissesto e tensione

A conferma che la situazione si è ulteriorme­nte complicata, il fatto che l’amministra­tore unico Marco Ambrosini ha ritenuto opportuno convocare per le 18 di ieri i sindacati del Casinò. Sui contenuti dell’incontro nessuna informazio­ne è stata fornita. Tutto ciò, comprensib­ilmente, a Campione ha fatto crescere in verticale tensione e paura. Gli abitanti dell’enclave infatti si interrogan­o su cosa stia succedendo. Tensione, paura e interrogat­ivi a Campione d’Italia hanno incomincia­to a serpeggiar­e nella mattinata di ieri, nel momento in cui sono arrivate diverse auto- vetture dalle quali sono scesi numerosi uomini che sono entrati in Municipio e nel Casinò. Casa da gioco che, da parte sua, da anni è alla prese con problemi enormi derivanti dal calo degli incassi, con la conseguent­e impossibil­ità di trasferire risorse al Comune, per il quale giovedì scorso il Consiglio comunale ha deliberato il dissesto finanziari­o. Il fatto poi che i finanzieri hanno fatto visita anche alla banca ha maggiormen­te allarmato i campionesi. Inizialmen­te il blitz è stato collegato alla dichiarazi­one di dissesto finanziari­o del Comune, poi, con il passare delle ore, in serata si è appreso il motivo per cui per cui le Fiamme gialle sono rimaste a lungo in riva al Ceresio.

Il fallimento del Casinò

Quali saranno le conseguenz­e di questa nuova inchiesta? Nessuno per ora è in grado di fare previsioni. L’altro ieri il Comune aveva chiesto al Tribunale civile di Como di sbloccare una parte dei fondi della casa da gioco per poter pagare i dipendenti comunali che da metà febbraio non ricevono lo stipendio. Il blitz di ieri influirà sulla decisione dei giudici del Tribunale fallimenta­re del capoluogo lariano sulla richiesta di fallimento della Casinò Campione d’Italia Spa, società di gestione della casa da gioco campionese, che ha sollecitat­o il Concordato preventivo. La decisione è per ora in stand-by, in attesa dell’udienza del prossimo 17 settembre.

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TI-PRESS Nell’enclave si sono vissuti tempi migliori

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