I festeggiamenti per il ventennale e quasi 5’000 studenti all’anno
«Delle tessere preziose, che insieme formano un disegno ancor più prezioso». Si è ispirato al mosaico, il direttore generale Franco Gervasoni, per introdurre la presentazione del bilancio annuale della Supsi. «Un anno importante per molte ragioni – ha detto –, tra cui l’anniversario dei vent’anni, a cui abbiamo dedicato molte energie». Da quell’11 marzo 1997 – quando il Gran Consiglio ne sancì la nascita – ne sono passati di studenti sui banchi della Supsi. E guardando al totale raggiunto l’anno scorso, si può tranquillamente parlare della storia di un successo. Nel 2017 risultavano immatricolate 4’988 persone, oltre 3’000 le domande d’ammissione e pian piano ci si sta avvicinando alla soglia dei 1’000 diplomati, che l’anno scorso sono stati 925. Pochi di più (975) anche i collaboratori. «Siamo anche un qualificato datore di lavoro» ha sottolineato il direttore. Quello passato è stato un anno «molto positivo» anche per le finanze: il budget complessivo ha superato i 157 milioni di franchi – di cui quasi 130 in Ticino –, permettendo un risultato d’esercizio positivo di oltre 2 milioni. L’accento è stato poi posto sui progetti avviati nell’ambito della Strategia 201720 nei vari dipartimenti. Quello dell’Economia aziendale, della sanità e della socialità ad esempio è molto attivo in un programma dottorale che coinvolge diversi altri istituti universitari e ha lo scopo di formare venti dottorandi nel settore della public health (economia applicata alla sanità). Il Dipartimento formazione e apprendimento ha, fra le altre cose, creato una nuova rivista ad accesso libero in formato digitale rivolta alla didattica della matematica. Un successo: la prima edizione è stata scaricata oltre 7’000 volte. Le Tecnologie innovative dal canto loro hanno avviato un percorso di formazione in collaborazione con la Svizzera interna sulla sostenibilità nella moda, che quest’anno verrà riproposto. L’Ambiente, costruzioni e design si appresta a vivere un cambiamento epocale con lo spostamento a Mendrisio (cfr. pezzo principale), mentre anche i servizi centrali sono stati riorganizzati, con un’innovativa struttura interna volta a favorire la cosiddetta ‘leadership collaborativa’, che ha ridotto le gerarchie.