Locarno, il Teatro invita il Municipio a impegnarsi
Il Teatro di Locarno ha presentato la prossima stagione, come sempre affidata all’associazione di Amici
Mentre Diego Erba invita il Municipio a impegnarsi di più per il teatro, arrivano Ottavia Piccolo, Haber, Natalino BalassoArlecchino, il Teatro dell’Elfo...
Giunti nel 2018, quella locarnese può a giusto titolo essere definita un’anomalia teatrale. Anomalia felice, considerati i risultati, ma pur sempre anomalia, dato come vanno le cose nel resto del cantone (e del mondo). Ieri è stata presentata la prossima stagione del Teatro di Locarno, la numero 28, come tutte le altre messa a punto da un’associazione di volontari. Nella città che avrebbe voluto aggregarsi con i comuni limitrofi per divenire Grande Locarno, nella città che si è regalata un Palazzo del Cinema da oltre 30 milioni e che cifre importanti sembra voler investire nel rilancio dei suoi musei, in questa città se non fosse per questo gruppo di volontari non esisterebbe una stagione teatrale.
‘Città della cultura’?
Ieri, fra tutti i meritati complimenti indirizzati agli Amici del Teatro di Locarno, ci è parso di cogliere un’implicita educata critica al Municipio, diciamo non particolarmente sensibile nei confronti di questa nobile e antica forma d’arte, che a Locarno conta oltre 500 abbonati. Abbiamo confidato la nostra impressione a Diego Erba, presidente degli Amici nonché ex municipale della Città. Che ha risposto: «La nostra non è proprio una critica ma una sensibilizzazione a impegnarsi di più. Locarno potrebbe fare di più per l’offerta teatrale, anche perché questa riguarda un lungo periodo dell’anno in cui le attività culturali in città sono davvero contenute. Per altro, altrove i deficit dei teatri vengono assunti dalla comunità; qui, se ci fossero, sarebbero a carico nostro». Dunque, ha aggiunto Erba, «tenuto conto di quanto facciamo per fasce d’età che vanno dai più giovani agli anziani, speriamo che Locarno, che si definisce “città della cultura”, s’impegni di più per il teatro». Abbandonando le quinte e salendo sul palco, la stagione appena conclusa ha regalato numeri felici al Teatro, con oltre l’80% di occupazione dei posti a sedere (dati forniti dal presidente). Dopo tanti anni in cui la stagione locarnese è stata identificata con la commedia, l’idea sembra essere quella di favorire una di-
vulgazione della cultura teatrale in modo più completo: con spettacoli che spaziano fra registri diversi, avvicinando i ragazzi delle scuole con proposte su misura per loro, favorendo gli incontri con registi e attori. In questa evoluzione, in cui s’inserisce la collaborazione con altri teatri cantonali (il prossimo anno due spettacoli saranno a Locarno e a Chiasso), ha avuto un ruolo evidentemente importante il direttore, Paolo Crivellaro: «Io credo che il teatro sia fatto di ricerca, di prove, d’impegno e di passione, di sudore. Ma in tante città si trovano in cartellone comici e personaggi tv. Qui vogliamo proporre spettacoli di contenuto, che lascino un segno come riflessione e come emozione. E il pubblico ci dimostra di aver voglia di scoprire nuove forme teatrali». Il direttore cita il caso di Simone Cristicchi, ex vincitore di Sanremo già passato con successo da Locarno: «Uno che racconta storie importanti ma non fa certo la classica prosa».
In cartellone
Dunque la prossima stagione si aprirà il 23 e 24 ottobre con una grande signora del teatro italiano, Ottavia Piccolo, accompagnata dall’Orchestra Multietnica di Arezzo in ‘Occident Express’. Lo spettacolo, scritto da Stefano Massini, racconta la vicenda reale di Haifa Ghemal, un’anziana di Mosul che nel 2015 ha percorso 5’000 chilometri con la nipotina di 4 anni, dall’Iraq al Baltico. Le date degli spettacoli a seguire saranno fissate ad agosto. Di certo si sa che anzitutto tornerà a Locarno Cristicchi con ‘Manuale di volo per un uomo’, una “favola metropolitana” con musica, poesia e un quarantenne rimasto bambino... Angela Finocchiaro presenterà invece ‘Ho perso il filo’, con un viaggio che si annuncia “visionario e divertente”. Dallo Stabile di Torino arriverà Natalino Balasso con ‘Arlecchino servo di due padroni’ di Goldoni, mentre Daniele Pecci porterà in scena ‘Il fu Mattia Pascal’ di Pirandello. Dal Teatro dell’Elfo di Milano due spettacoli: ‘L’importanza di chiamarsi Ernesto’ di Oscar Wilde allestito da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia e ‘Sogno di una notte di mezza estate’ di Shakespeare con la regia di Elio De Capitani. Gigio Alberti e Filippo Dini sono fra i protagonisti di ‘Regalo di Natale’, un tragico bilancio esistenziale di un gruppo di amici (tratto da Pupi Avati), mentre Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere interpretano ‘Il Padre’ di Florian Zeller, un testo contemporaneo che racconta in modo imprevedibile lo smarrimento nell’Alzheimer. Infine, ‘Buon anno, ragazzi’ di Francesco Brandi, uno degli spettacoli “giovani” in cartellone, che si presenta come una “commedia esilarante sull’incapacità di esprimere i nostri sentimenti”. Prevendita aperta. Informazioni: teatrodilocarno.ch o info@teatrodilocarno.ch.