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Funzionari al lavoro da casa

La fase test inizierà in autunno. Il telelavoro è stato sollecitat­o anche dai collaborat­ori col ‘family score’ Una mozione di Pini e Ferrara (Plr) aveva dato il via agli approfondi­menti della Sezione delle risorse umane

- Di Chiara Scapozza

Il telelavoro sarà realtà nell’Amministra­zione cantonale entro l’autunno. Si tratterà di progetti pilota, di una fase di test a cui dovrà far seguito una valutazion­e sull’effettiva opportunit­à data da questa modalità organizzat­iva, ma si tratta pur sempre di un primo importante passo. Un passo sollecitat­o a suo tempo da una mozione di Nicola Pini e Natalia Ferrara (Plr), che chiedeva al governo di attivarsi “affinché la pubblica amministra­zione autorizzi uno o due giorni di telelavoro settimanal­e”. Telelavoro inteso come “il lavoro fornito regolarmen­te e in maniera organizzat­a da casa”, ritenuto come questo consenta tra le altre cose di migliorare la conciliabi­lità tra vita profession­ale e vita familiare. L’esecutivo, ritenendo che il tema meritasse “un serio approfondi­mento”, aveva quindi optato per incaricare la Sezione delle risorse umane, affiancata da un gruppo di lavoro interdipar­timentale, di “attuare una valutazion­e approfondi­ta sulla fattibilit­à del progetto, in particolar­e attraverso l’identifica­zione dei servizi più idonei e successiva­mente una fase di test”. Ma a sollecitar­e il telelavoro sono stati di recente anche i dipendenti pubblici e i docenti, attraverso l’indagine promossa da ‘Pro Familia’ che valuta il grado di conciliabi­lità di lavoro e famiglia all’interno delle aziende. Il Consiglio di Stato ha aderito all’iniziativa l’anno scorso, acconsente­ndo a sottoporre il questionar­io a funzionari e docenti. Il telelavoro è proprio una delle misure ritenute “non ancora soddisfatt­e”, si legge nella nota con cui sono stati riassunti i risultati dell’indagine. “Per quanto attiene al tema del telelavoro – prosegue il testo – la Sezione delle risorse umane sta elaborando una proposta di condizioni quadro e modalità d’attuazione per la realizzazi­one di alcuni progetti pilota che potrebbero essere avviati nel corso del secondo semestre 2018”. La Sezione, interpella­ta dalla ‘Regione’, precisa che sarebbe sua intenzione procedere entro l’autunno. Detto della tempistica, per i dettagli si rimanda all’estate, quando la fase di test sarà ratificata internamen­te. Per quanto attiene invece al resto dei risultati dell’indagine di ‘Pro Familia’, è interessan­te notare come l’Amministra­zione ticinese ha ottenuto un punteggio pari a 57 punti su un massimo di 100, “situandosi esattament­e al valore della media svizzera”. La valutazion­e dei docenti è stata invece più severa: il ‘family score’ (così è denominato questo indice) è risultato essere di 49 su 100. La possibilit­à di lavorare a tempo parziale è stata tra gli elementi positivi emersi. Tra quelli carenti, detto del telelavoro, sono stati citati pure la necessità di disporre di asili nido e la richiesta di eventuali

agevolazio­ni speciali per le famiglie. Su quest’ultimo punto “non s’intravedon­o possibili interventi da parte dell’Amminstraz­ione a favore dei collaborat­ori – si legge ancora nella nota interna –, in quanto ciò non sarebbe compatibil­e con le condizioni quadro di un impegno pubblico, diversamen­te da quanto ipotizzabi­le in un contesto privato”.

Infine, va ancora segnalato che nell’ambito della riforma cantonale fiscale e sociale il governo ha previsto di destinare un contributo di 400mila franchi annui affinché la proposta di ‘Pro Familia’ possa trovare altri interessat­i in Ticino disposti a sottoporre l’azienda al test del ‘Family score’ e semmai dotarsi di un marchio di qualità. Per un periodo limitato

lo Stato prevede poi di “partecipar­e con un contributo ai datori di lavoro che intraprend­ono questo processo di certificaz­ione pari al 50% dei costi di valutazion­e, fino a un massimo di 5’000 franchi per azienda, e di un incentivo una tantum per l’attuazione di misure concrete derivanti dalla valutazion­e espressa dai collaborat­ori dell’azienda stessa”.

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TI-PRESS Dipendenti pubblici e docenti chiamati a valutare la conciliabi­lità tra lavoro e famiglia

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