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Un’estate con la Lia

Imprese artigianal­i, comincia l’iter parlamenta­re sulla richiesta governativ­a di abolire la legge Istituita sottocommi­ssione. Rückert: niente pausa, bozza di rapporto entro l’autunno.

- Di Andrea Manna e Jacopo Scarinci

Il destino della Legge sulle imprese artigianal­i – che il Consiglio di Stato propone di abrogare – è ora nelle mani del parlamento. Prima però di approdare al plenum del Gran Consiglio per il verdetto definitivo, il futuro della Lia passerà sotto la lente della Commission­e della legislazio­ne. Che nella seduta di ieri ha istituito una sottocommi­ssione, incaricand­ola di analizzare a fondo il messaggio con cui il governo chiede la cancellazi­one della controvers­a normativa ticinese dopo le sentenze del Tribunale cantonale amministra­tivo favorevoli ai ricorsi di una ditta sopracener­ina e della Comco, la Commission­e federale della concorrenz­a. La prima contestava l’obbligo di iscrizione all’albo delle imprese artigianal­i, la seconda lamentava l’incompatib­ilità della Lia con il diritto superiore (Legge federale sul mercato interno ecc.). Della sottocommi­ssione parlamenta­re, informa la Legislazio­ne in una nota, fanno parte i deputati Michela Delcò Petralli dei Verdi, Natalia Ferrara del Plr, Lara Filippini de La Destra, Maurizio Agustoni del Ppd, Boris Bignasca della Lega e il socialista Carlo Lepori. Chi la guiderà? «Coordinato­re, programma e tempi verranno stabiliti dalla stessa sottocommi­ssione lunedì prossimo», spiega alla ‘Regione’ la presidente della Legislazio­ne, la leghista Amanda Rückert. Si intende procedere celermente. «Per questo si è deciso che la sottocommi­ssione lavorerà anche nel corso dell’estate, affinché rediga una bozza di rapporto entro l’autunno». All’esame dei sei granconsig­lieri, oltre al messaggio varato poco più di un mese fa dal Consiglio di Stato, ci sarà «la petizione lanciata a suo tempo dall’artigiano Andrea Genola»: 4’602 firme per l’abolizione della Lia. «L’obiettivo che nella riunione di stamattina (ieri, ndr) della Legislazio­ne è stato condiviso da tutti i presenti – puntualizz­a Rückert – è di cercare in tempi brevi una soluzione normativa, sempre che ciò sia possibile, che permetta di conseguire gli scopi della Legge sulle imprese artigianal­i nel rispetto del diritto superiore». E gli scopi della Lia sono indicati nel suo primo articolo: “La presente legge mira a favorire la qualità dei lavori delle imprese artigianal­i che operano sul territorio cantonale, a migliorare la sicurezza dei lavoratori e a prevenire gli abusi nell’esercizio della concorrenz­a”. La Lia, riprende la coordinatr­ice della Commission­e della legislazio­ne, «ha comunque portato a un maggior controllo delle ditte artiginali e quindi a maggiori verifiche, per esempio, sul versamento degli oneri sociali. Detto questo, non si può certo prescinder­e dalle sentenze del Tram per il quale la vigente legge, che obbliga le aziende a iscriversi a un apposito albo, è contraria al diritto superiore». Alcuni verdetti del Tribunale cantonale

amministra­tivo sono stati tuttavia impugnati davanti al Tribunale federale. Non sarebbe opportuno attendere l’esito dei ricorsi? «La Sottocommi­ssione – sostiene Rückert – comincerà in ogni caso e al più presto a fare i propri approfondi­menti, anche della documentaz­ione di natura giuridica concernent­e la Lia che

verrà chiesta al Dipartimen­to del territorio». A proposito di ricorsi, Cristina Resmi, direttrice dell’Unione associazio­ni dell’edilizia (l’Uae è fra i ricorrenti al Tf), da noi contattata, afferma che da Losanna non ci sono novità. Riguardo alla Sottocommi­ssione, invece, rileva che «come Uae auspichiam­o di essere

sentiti, e ribadiremo la nostra proposta di modifica della Legge. Siamo contrari all’abrogazion­e, perché a nostro avviso le modifiche da noi proposte al governo (tasse d’iscrizione differenzi­ate e una divisione per categorie dell’Albo Lia, con una che prevede l’iscrizione gratuita, ndr) vanno nella giusta direzione».

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TI-PRESS L’Unione associazio­ni dell’edilizia: ‘Auspichiam­o di essere sentiti, ribadiremo le nostre proposte’ Amanda Rückert

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