Un’estate con la Lia
Imprese artigianali, comincia l’iter parlamentare sulla richiesta governativa di abolire la legge Istituita sottocommissione. Rückert: niente pausa, bozza di rapporto entro l’autunno.
Il destino della Legge sulle imprese artigianali – che il Consiglio di Stato propone di abrogare – è ora nelle mani del parlamento. Prima però di approdare al plenum del Gran Consiglio per il verdetto definitivo, il futuro della Lia passerà sotto la lente della Commissione della legislazione. Che nella seduta di ieri ha istituito una sottocommissione, incaricandola di analizzare a fondo il messaggio con cui il governo chiede la cancellazione della controversa normativa ticinese dopo le sentenze del Tribunale cantonale amministrativo favorevoli ai ricorsi di una ditta sopracenerina e della Comco, la Commissione federale della concorrenza. La prima contestava l’obbligo di iscrizione all’albo delle imprese artigianali, la seconda lamentava l’incompatibilità della Lia con il diritto superiore (Legge federale sul mercato interno ecc.). Della sottocommissione parlamentare, informa la Legislazione in una nota, fanno parte i deputati Michela Delcò Petralli dei Verdi, Natalia Ferrara del Plr, Lara Filippini de La Destra, Maurizio Agustoni del Ppd, Boris Bignasca della Lega e il socialista Carlo Lepori. Chi la guiderà? «Coordinatore, programma e tempi verranno stabiliti dalla stessa sottocommissione lunedì prossimo», spiega alla ‘Regione’ la presidente della Legislazione, la leghista Amanda Rückert. Si intende procedere celermente. «Per questo si è deciso che la sottocommissione lavorerà anche nel corso dell’estate, affinché rediga una bozza di rapporto entro l’autunno». All’esame dei sei granconsiglieri, oltre al messaggio varato poco più di un mese fa dal Consiglio di Stato, ci sarà «la petizione lanciata a suo tempo dall’artigiano Andrea Genola»: 4’602 firme per l’abolizione della Lia. «L’obiettivo che nella riunione di stamattina (ieri, ndr) della Legislazione è stato condiviso da tutti i presenti – puntualizza Rückert – è di cercare in tempi brevi una soluzione normativa, sempre che ciò sia possibile, che permetta di conseguire gli scopi della Legge sulle imprese artigianali nel rispetto del diritto superiore». E gli scopi della Lia sono indicati nel suo primo articolo: “La presente legge mira a favorire la qualità dei lavori delle imprese artigianali che operano sul territorio cantonale, a migliorare la sicurezza dei lavoratori e a prevenire gli abusi nell’esercizio della concorrenza”. La Lia, riprende la coordinatrice della Commissione della legislazione, «ha comunque portato a un maggior controllo delle ditte artiginali e quindi a maggiori verifiche, per esempio, sul versamento degli oneri sociali. Detto questo, non si può certo prescindere dalle sentenze del Tram per il quale la vigente legge, che obbliga le aziende a iscriversi a un apposito albo, è contraria al diritto superiore». Alcuni verdetti del Tribunale cantonale
amministrativo sono stati tuttavia impugnati davanti al Tribunale federale. Non sarebbe opportuno attendere l’esito dei ricorsi? «La Sottocommissione – sostiene Rückert – comincerà in ogni caso e al più presto a fare i propri approfondimenti, anche della documentazione di natura giuridica concernente la Lia che
verrà chiesta al Dipartimento del territorio». A proposito di ricorsi, Cristina Resmi, direttrice dell’Unione associazioni dell’edilizia (l’Uae è fra i ricorrenti al Tf), da noi contattata, afferma che da Losanna non ci sono novità. Riguardo alla Sottocommissione, invece, rileva che «come Uae auspichiamo di essere
sentiti, e ribadiremo la nostra proposta di modifica della Legge. Siamo contrari all’abrogazione, perché a nostro avviso le modifiche da noi proposte al governo (tasse d’iscrizione differenziate e una divisione per categorie dell’Albo Lia, con una che prevede l’iscrizione gratuita, ndr) vanno nella giusta direzione».