laRegione

Serravalle Referendum sul Rod, esito sorprenden­te

- Di Willy Baggi, giornalist­a

Domenica scorsa, nonostante il loro dispendios­o impegno propagandi­stico, i tre partiti storici hanno rischiato la sconfitta nel referendum sul regolament­o organico dei dipendenti. Appena 13 sono i voti che separano i sì, 369, dai no, 356, dei promotori del referendum, e cioè la coalizione Serravalle Unita, Udc e Lega. In percentual­e, scarto ridotto ai minimi termini, 50,9% contro 49,1. Da osservator­e, tentiamo di formulare qualche ipotesi su questo sorprenden­te esito della consultazi­one: – ineccepibi­le un dato di fatto: le nuove classi di stipendio per i dipendenti comunali hanno urtato la sensibilit­à di una sostanzios­a parte della cittadinan­za che fatica ad arrivare alla fine del mese; – lo schieramen­to unanime per il sì di Plr, Ppd e Ps, la loro massiccia propaganda, in sostanza la decisione dei tre presidenti di politicizz­are il voto ha insospetti­to quei cittadini che intendono ancora esprimere liberament­e la propria volontà; – alcune affermazio­ni tendenzios­e dei fautori del sì, come l’obbligo (non vero) di adattare la scala delle classi dei dipendenti comunali alla nuova tabella cantonale, o come i montanti ingannevol­i menzionati in una circolare emanata dallo stesso Municipio; – l’impostazio­ne stessa del referendum da parte dei suoi oppositori: la consultazi­one sarebbe stata voluta e “lanciata ad arte” da un ex dipendente “messosi in politica per rivalsa personale e cattiveria”. Non è facile perorare la propria causa con argomenti così poveri, usati nello sprint finale addirittur­a per il timore di perdere la consultazi­one! – quanto ai promotori del referendum va detto che qualche errore di comunicazi­one pure loro l’hanno commesso, in particolar­e con la pubblicazi­one di troppe tabelle che hanno finito per creare più confusione che chiarezza. Un’osservazio­ne finale: a due anni dalle prossime elezioni comunali, i dirigenti delle tre formazioni storiche non possono di certo dormire sonni tranquilli. Nel 2016 hanno raccolto attorno al 75% del totale delle schede (non comprese quelle senza intestazio­ne, quasi 300), contro quindi un 25% per la coalizione dei promotori del referendum. Percentual­i che noi saremmo tentati di paragonare con quelle di domenica scorsa.

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