Il futuro, di sabato
Dare ai giovani a rischio di esclusione una visione diversa del loro futuro facendoli ‘giocare’ a fare i grandi. Succede a Bruxelles, dove l’associazione Tada coinvolge ogni sabato trecento ragazzi in attività pratiche per permettere loro di scoprire tutti i mestieri che potranno fare da grandi. Come ad esempio i procuratori pubblici.
«Signore, signori: la Corte!». Il capo eretto, il petto in fuori sotto la loro toga da avvocato troppo grande, Bilal, Ghalia e gli altri prendono posto in una delle aule più prestigiose del Palazzo di giustizia di Bruxelles, quella della Corte di cassazione, l’autorità più importante del Paese. Una fierezza arguta irradia dal loro viso. La fierezza, per questi ragazzini di dieci, undici anni, provenienti da quartieri di Bruxelles in cui la parola vita fa rima con precarietà, di trasformarsi per la durata di un mattino in avvocati importanti. Tutti i sabati sono trecento a partecipare alle attività dell’associazione Tada, acronimo di ‘Toekomst – Atelier de l’Avenir’. Ispirato dall’iniziativa olandese ‘Imc Weekendschool’, questo programma bilingue (francese/fiammingo) punta ad “ampliare le prospettive per il futuro” di minori di età compresa tra i nove e i dodici anni provenienti da quartieri difficili della capitale europea. In che modo? Facendo loro scoprire tutti i generi di mestieri. Ogni sabato, per un periodo di tre anni, i giovani incontrano dei professionisti appassionati che li iniziano ai segreti del diritto, della medicina, dell’edilizia, ma anche delle arti, delle varie tecnologie, dell’accoglienza. Oggi uno dei gruppi della sede di Saint-Josse ha completato il ciclo dedicato alla giustizia. I volontari, che hanno appena terminato di presentare la professione che svolgono ai bambini, partecipano prima a un incontro con la squadra: devono allenarsi per organizzare le attività in modo che si svolgano correttamente, ma anche essere in grado di stimolare un gruppo di ragazzi. «Vi ricordate che la settimana scorsa abbiamo visto che il codice penale assomiglia a un menù di McDonald’s, con le infrazioni e le am- mende indicate a lato». Damien Vandermeersch, procuratore generale presso la Corte di cassazione, è un esperto nell’affrontare questi temi. Da anni partecipa al progetto. D’altronde è grazie a lui che i ragazzi hanno accesso al Palazzo di giustizia il sabato mattina. Il procuratore generale spiega ai ragazzi il caso su cui dovranno pronunciarsi: «Cinque giovani, tra cui un maggiorenne – che sarà trattato come un adulto –, hanno ricattato un adolescente di quattordici anni. E cosa ancor più grave: durante uno degli episodi di ricatto hanno minacciato la vittima con un coltello. La vittima ha avuto talmente paura da non voler più andare a scuola». All’origine di questa iniziativa c’è una donna: Sofie Foets. Lavorava per lo studio di un deputato europeo quando ha sentito parlare dell’associazione olandese ‘Imc Weekendschool’: «Ho immediatamente pensato: ecco quel che ci vuole per Bruxelles!». Così ha mollato tutto e ha fondato Tada, grazie al sostegno di imprese private convinte dal progetto. «Per me, si tratta dell’esempio perfetto di come la società civile possa contribuire all’emancipazione della nostra gioventù proveniente da quartieri svantaggiati», racconta Sofie.
‘Questi giovani non hanno nulla da fare al sabato, tranne forse andare alla moschea. Eppure vogliono sapere tutto del mondo’
Ma perché non offrire questa possibilità a tutti i ragazzi? «Tutti dicono a questi ragazzi che devono impegnarsi a scuola per riuscire poi nella vita – spiega la fondatrice –. Ma loro non sanno cosa significhi questo “poi nella vita”. La loro rete di relazioni, la loro famiglia non sono in grado di prospettare loro quello che è alla loro portata. Questi giovani hanno bisogno di aiuto per rimanere motivati. Il nostro obiettivo è farne dei cittadini responsabili. E di dire loro: questa è anche casa vostra». Questa mattina, per esempio, svariati ragazzi scoprono per la prima volta il centro di Bruxelles e il quartiere Louise, vicino al celebre viale dei negozi di lusso. Fino ad oggi non erano mai veramente usciti dal loro quartiere. Sofie ricorda le indagini ‘Pisa’, che invariabilmente rivelano a che punto il Belgio francofono si distingua come uno dei campioni europei di disuguaglianza a scuola. Ora, l’esperienza del progetto olandese, che viene attuato da più di quindici anni, si rivela piuttosto positiva: «Delle ricerche hanno raffrontato dei campioni di ragazzi provenienti da quartieri difficili che hanno partecipato alla Imc Weekendschool ad altri di ragazzi che non vi hanno preso parte. La vita dei primi evolve in modo diverso, si integrano meglio nel mercato del lavoro e nella società». E quando ci si stupisce del rigore con il quale dei ragazzini, per tre anni, seguono queste attività tutti i sabati – tranne nei periodi delle vacanze scolastiche – Sofie ha la risposta: «Questi ragazzi il sabato non hanno nulla da fare. Nessuna attività. Tranne forse andare alla moschea. Ecco perché adorano venire da noi. A quest’età un ragazzo vuole sapere tutto del mondo». Attualmente, Tada possiede tre sedi a Bruxelles: una a Molenbeek (dove si parla fiammingo), una a Saint-Josse (bilingue) e una ad Anderlecht (dove si parla francese). Ogni anno l’associazione inaugura nuove classi che iniziano quindi dei cicli di tre anni. Malgrado ciò, non giunge a soddisfare le richieste. L’organizzazione dà priorità ai minori considerati maggiormente a rischio di esclusione sociale, in funzione del mestiere praticato dai genitori, della lingua parlata in casa, del numero di figli che ha la famiglia. Tada spera di arrivare a coinvolgere mille giovani entro il 2020.