Una prima storica per le donne saudite Da ieri possono guidare un’auto da sole
Roma – “Un sogno che si avvera”; “ancora non riesco a crederci”; “oggi anch’io faccio la storia”; “mi sento libera come un uccello”: fra urla, sorrisi, pianti, selfie, incredulità ed emozione mal celata dietro al velo, migliaia di donne in Arabia Saudita allo scoccare della mezzanotte hanno dato sfogo alla gioia di guidare. Una conquista lungamente attesa nell’ultimo Paese al mondo che ancora proibiva al genere femminile il volante di un mezzo, o anche di sedere al posto del passeggero, relegandolo rigorosamente ai sedili posteriori. E dove le donne sono ancora obbligate al tutoraggio legale maschile, non possono aprire conti correnti, avere la tutela dei figli né avere passaporto. Almeno ora potranno andare al lavoro da sole o accompagnare i figli a scuola, imbracciare il volante di un’auto, di un camion o il manubrio di una moto. E così i media hanno seguito l’emozione della prima guida legale: auto piene di donne tutte con i cellulari sincronizzati a riprendere lo “storico” momento. E così il principe miliardario al-Walid, da sempre fautore di questo diritto, si è mostrato alle telecamere, seduto sul posto di passeggero mentre la figlia lo riporta in auto a casa, con un paternalistico applauso finale. Alcune rappresentano da tempo l’Arabia Saudita sulle piste, come Aseel al-Hamad: “Ho avuto il privilegio di guidare auto da corsa in tutto il mondo, ma oggi è la prima volta nel mio amato Paese. Pilotare la mia Jaguar F1 stanotte è stato così emozionante!”, ha raccontato ad Al Jazeera.